venerdì 30 ottobre 2020

Loreo: I carabinieri arrestano due pusher

I carabinieri della stazione di Loreo (Ro), hanno arrestato in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti E. M. 45enne e E. H. 40enne. Entrambi marocchini domiciliati a Loreo e con diversi precedenti di polizia. I due uomini, nel corso di un servizio finalizzato a prevenire e reprimere il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti, sono stati notati cedere ad una persona, giunta nei pressi della loro abitazione a bordo di un furgone, un piccolo involucro in cambio di denaro. L’immediato controllo del conducente del furgone ha permesso agli operanti di accertare che quanto ceduto era una dose di cocaina del peso di grammi 0,60. I due marocchini sono stati pertanto subito bloccati e dalla perquisizione i carabinieri hanno rinvenuto, nascosta nelle tasche nei vestiti, ulteriori 4 dosi di cocaina per un peso complessivo 3,22 grammi. I due arrestati terminate le attività sono stati posti in libertà. Il conducente del furgone e’ stato segnalato all’autorita’ amministrativa quale assuntore di stupefacenti

domenica 11 ottobre 2020

“Ciò che sta accadendo in questi mesi con l’emergenza sanitaria è già stato impresso nella storia veneta con il disastro del Vajont, accaduto il 9 ottobre del 1963. Due vicende diverse accadute a circa 60 di distanza nel nostro Veneto, che sono causa di danni ingenti, fra questi il più importante è il numero dei morti, causati da una parte dalle goccioline infette, dall’altra, da un’onda che ha travolto e distrutto, lasciando fango e macerie. Ma la tragedia del Vajont insegna. La ricostruzione dei paesi bellunesi colpiti nel 1963, sono la dimostrazione di come l’uomo ha saputo rialzarsi, superando la vicenda traumatica. Un chiaro esempio di resilienza comunitaria che trova la sua valenza nei tempi odierni.
Oggi, anche noi veneti siamo chiamati a resistere, a far fronte, a rinascere. E’questa la resilienza, il saper rinascere a seguito di un’ esperienza dolorosa e trarne utilità per le eventualità future.”Sono le parole di Paola Garbin, scritte in una lunga lettera al presidente della regione Luca Zaia.Ma anche concetti discussi ieri mattina dalla giovane laurenda polesana,proprio in occasione della ricorrenza della tragedia del Vajont, con una tesi sulla “resilienza di comunità:il caso Vajont”per il corso di laurea in scienze dell’educazione e della formazione, curricolo educatore sociale e animatore culturale dell’università di Padova. Un lavoro di ricerca durato sei mesi,” iniziato –racconta la studentessa- con le prime visite a Longarone per la raccolta di tutta la documentazione cartacea, alla partecipazione di eventi commemorativi e la visita ai luoghi adibiti al ricordo del disastro e alle interviste dei sopravvissuti, ai giovani “Informatori della memoria” e ai sindaci che si sono succeduti in questi anni”. Un elaborato minuzioso, curato nei particolari, per arrivare all’analisi dei fattori di resilienza propri della comunità di Longarone. Un esempio di storia che da spessore e contenuti ad una citazione di Primo Levi “L’eternità di un evento risiede nella sua memoria e, come è stato per i grandi disastri del passato, così sarà per il Vajont, in quanto esplicativo della facoltà umana di superare tutte quelle circostanze apparentemente disperate che la vita, improvvisamente, pone”.