Panarella
e Papozze
Domenica
27 gennaio Giornata della Memoria
In ricordo delle
vittime della shoah e dei giusti
delle Nazioni
Programma: ore 9.30 - S. Messa celebrata da don Massimo Barison. Al termine, il prof. Paolo Rigoni ricorda la vicenda eroica del parroco di
Panarella. Seguirà la deposizione di un mazzo di fiori sulla tomba di don
Giovanni nel cimitero di Panarella.
Alle ore 11.00 in Cimitero a Papozze, deposizione di un mazzo di fiori sulla tomba di Ivone Pivanti (13 gennaio 1890
– 3 dicembre 1987), podestà di Papozze, che nel 1943, si adoperò oltre ogni
limite umano favorendo la fuga e
procurando la salvezza a numerosi ebrei, internati civili, in Polesine.
Parrocchia
di San Luigi, Amministrazione Comunale di Papozze e Biblioteca Comunale
ricordano Don Giovanni De Stefani che, nel 1943, a rischio della vita, salvò
dai forni crematori una coppia di ebrei cecoslovacchi, Alfred Feigl e la moglie
Elisabetta Laufer, detenuti in domicilio coatto a Canaro. Quando ai primi di
dicembre del 1943, fu spiccato l’ordine di arresto, il sacerdote insieme
al farmacista dott. Ferrer, e con la connivenza del
brigadiere dei carabinieri, nascose i due in un sottotetto ricavando un
bugigattolo ove la coppia rimase dal 10
dicembre 1943 sino al 26 aprile 1946 . Per tutto quel periodo il religioso e la
famiglia Ferrer sfidando la polizia tedesca
si recavano quotidianamente nella
soffitta portando il cibo e speranza.
Don
Giovanni, nato a Borsea il 31- 7 - 1913, ordinato sacerdote il 3 agosto 1938,
fu vicario parrocchiale a Canaro, dal giugno 1941 a all’ottobre 1946,
cappellano presso l’Ospedale di Badia e presso il Santa Rita di Ficaro. Parroco
a Panarella dal 15 novembre 1967, morì nel 1983 senza mai far cenno del suo
atto eroico
Ivone
Pivanti, podestà di Papozze dal 15
ottobre 1938 al 7 gennaio 1944. Di ricca famiglia di
agrari, originaria del Ferrarese. Aveva
proprietà di qua e di là del Po. Negli anni in cui fu podestà non si
registrano comportamenti autoritari o vessatori nei confronti della
popolazione locale. Dopo l’’8 settembre 1943, probabilmente per un debito di
riconoscenza nei confronti di Eduard
Kopp, ebreo internato a Papozze, che
aveva salvato il figlio Giorgio dall’annegamento nel Po, fornisce
ad numerose carte di identità in bianco
al gruppo di Ebrei internato a
Lendinara, Rovigo e Papozze stessa consentendo loro la fuga ed il trasferimento
in America, di Eduard Kopp, della moglie e Rosalia Katz e del figlioletto,
Theo, nato in cattività a Papozze il 21
luglio 1943. Gli altri tre internati,
Moskovic Felix, la figlia Viera, 21 anni, e Julius, 19 anni,
non fecero in tempo a darsi alla fuga perché padre e figlio erano
malati. Furono presi, inviati al campo di smistamento di Fossoli e da qui ad
Auschwitz, eliminati al loro arrivo il 26 giugno 1943. Viera morì sempre ad
Auschwitz in data imprecisata.
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