sabato 28 novembre 2020
La guardia di Finanza sequestra tartufo nero in cattivo stato, del valore di 35mila euro
Sequestrato un carico di 145 kg di tartufo nero proveniente dalla
Romania in cattivo stato di conservazione del valore di 35mila euro.
Nel corso di un servizio di prevenzione e contrasto ai traffici illeciti sulla strada statale 309 –
Romea, i finanzieri della Tenenza di Adria hanno proceduto al controllo di un mezzo di
provenienza dalla Romania a bordo del quale era trasportata una grossa partita di tartufo nero.
Approfonditi gli accertamenti si appurava che l’intera partita di merce, pur riportando
sull’etichettatura la specifica prescrizione secondo cui i tartufi avrebbero dovuto viaggiare in forma
di surgelati alla temperatura controllata di –18 °C., in realtà stava viaggiando a una temperatura
ben superiore, trasparendo sin da subito evidenti segni di cattiva conservazione.
Per altro il viaggio era stato intrapreso il giorno prima e risultava destinato ad un esercizio
commerciale ubicato in Umbria.
Al fine di accertare definitivamente la qualità del tubero e la sua successiva idoneità all’utilizzo
alimentare, su richiesta dei militari operanti è stato fatto intervenire sul posto il personale tecnico
specializzato dell’ASL 5 di Rovigo, il quale certificava il cattivo stato di conservazione.
L’interruzione della “catena del freddo”, infatti, può pregiudicare le caratteristiche organolettiche
di alcuni prodotti alimentari in modo determinante, rendendoli non sicuri per il consumo umano.
A seguito di quanto rilevato si è proceduto al sequestro e quindi, alla distruzione di 145,00 kg. del
prezioso tubero il cui valore stimato sul mercato è di circa 35.000 €
La violazione così riscontrata è stata contestata nell’imminenza dei fatti al trasportatore avendo
questi violato l’art. 4, comma 2 del Reg. UE 852/2004 e l’art. 6 c. 5 del D.lgs n. 193/2007, da cui
discende l’applicazione di una sanzione commisurata tra euro 500 a euro 3.000.
Accertamenti sono in corso sulla azienda destinataria della merce per capire se questa, in
qualche modo, poteva alimentare il mercato illegale del prezioso tubero, magari spacciandolo per
prodotto di qualità attestandone un origine diversa in danno di acquirenti poco esperti.
Il tartufo nero, che diversamente da quello bianco non può essere coltivato, ha prezzi che variano
dai 30 ai 250 euro al chilo, fino ad un massimo di circa 700 euro per quello più pregiato e spesso
proviene da paesi dell’est o asiatici.
Interventi come questi attestano come il controllo economico del territorio garantito
quotidianamente dalla Guardia di Finanza contribuisce a garantire la corretta circolazione sul
mercato di prodotti sicuri per il consumatore finale, nonché conformi agli standard qualitativi
previsti dalle normative di settore.
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