NON SAREBBE GIUSTO CHE I SINDACI DEI COMUNI INFORMASSERO I POLESANI CHE
I FAMIGLIARI NON DEVONO PAGARE LE INTEGRAZIONI DI RETTA DEI NON AUTOSUFFICIENTI RICOVERATI? – LO HA DETTO ANCHE L’ULSS 5
Nel
2017, l’ULSS 5 in Tribunale a Rovigo, cercando di qualificare per disabile un
malato psichiatrico, nel tentativo di scaricare così su un comune polesano
costi da addebitare invece al proprio bilancio,
tra l’altro dichiarava: …” in
base alla legislazione vigente, la quota sociale della retta, andava posta a
carico dell’assistito ed, in caso di insufficienza del reddito di quest’ultimo,
a carico del Comune in cui lo stesso aveva la residenza prima del
ricovero”!!!!! Insomma, l’ULSS 5 di Compostella ha sostanzialmente
dichiarato che le centinaia di famiglie polesane (e anche le decine di migliaia
italiane) che per il reddito insufficiente del famigliare ricoverato, pagano
l’integrazione di retta, non dovrebbero
pagarla!!!! La Legge 328/2000, che
esiste da ben 19 anni, confermo anch’io, all’art. 6 c. 4 dice proprio questo!!!
E
chiedo anche a tanti Partiti, Sindacati
, Associazioni dei Consumatori e Famigliari, del perché non portano più
spesso quanto subito da centinaia di
famiglie polesane, a conoscenza della
Magistratura non solo contabile o di altre istituzioni addette al controllo
della legalità.
E ai Sindaci: perché non fate quanto
previsto dalla L. 328/2000 che obbliga i
Comuni e non i famigliari ad integrare la retta di persone non autosufficienti,
con reddito insufficiente, ricoverate in casa di riposo in letti
convenzionati? Se volete i soldi per poter coprire tale obbligo, chiedeteli alla Regione e non lasciate
pagare cittadini che per legge, non dovrebbero pagare un bel niente! Informate
i cittadini che è il comune di residenza prima del ricovero che deve pagare!!!
In Italia, qualche sindaco ha dato questa informazione ai cittadini. Fatelo
anche voi!
Guglielmo Brusco –
Rifondazione Comunista Polesana - Sanità
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