lunedì 25 febbraio 2019

POLESINE:GIAMPAOLO MATTEI E GIOVANNI RICCI RACCONTANO "GLI ANNI DI PIOMBO"AGLI STUDENTI DEL DE AMICIS


 
GIOVANNI RICCI,ELENA PAPA, GIAMPAOLO MATTEI,GIANFRANCO BRESSAN

 Rovigo- Gli anni di Piombo raccontati da Giampaolo Mattei e Giovanni Ricci agli studenti del De Amicis di  Rovigo   

La lezione di storia sugli anni di Piombo, che si è svolta Venerdì 22 Febbraio al De Amicis di Rovigo , è stata organizzata dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Porto Viro Delta del Po in sinergia con l’istituto  scolastico superiore.

Un’occasione in cui   Giampaolo Mattei e Giovanni Ricci, parenti delle vittime della strage di via Fani e del rogo di Primavalle, si sono rivolti agli alunni, contestualizzando il periodo storico degli anni di piombo e raccontando in prima persona  due atti terroristici che hanno segnato la storia del nostro paese.

Giampaolo Mattei ha raccontato di  essere sopravvissuto insieme ad altri tre fratelli e ai genitori  alla bomba incendiaria  scoppiata nella casa del quartiere operaio di Primavalle, dove abitava la famiglia del segretario  del Movimento Sociale Italiano (MSI),Mario Mattei.

Giovanni Ricci,  ha parlato della morte del padre Domenico, autista della scorta dello statista Aldo Moro, ucciso nella strage di  via Fani il 16 Marzo 1978. Momento in cui venne sequestrato dalle brigate rosse l’esponente politico della democrazia cristiana. Un rapimento che si concluse 55 giorni dopo con il ritrovamento del cadavere di Moro.  

 “Parlare degli anni di piombo ai ragazzi-commenta Gianpaolo Mattei- è un impegno che io e Giovanni ci prendiamo sempre con massimo rispetto  e responsabilità perché parlare  di quel determinato periodo storico  a generazioni che non conoscono nulla,  è stato importante non solo per ciò che abbiamo detto, ma anche per ciò che rappresentiamo”

 “E’ stata un’esperienza nuova che mi ha dato sensazioni uniche per il fatto che ci siamo trovati di fronte a ragazzi che avevano voglia di conoscere gli anni di piombo, per i quali la scuola in generale non da loro i mezzi di ampliare la storia contemporanea del nostro paese. Tutt’altra cosa rispetto alla storia che dal medioevo arriva alla seconda guerra mondiale e che si studia appunto nelle scuole italiane. Il rischio è che nel futuro le giovani generazioni avranno  un buco di 60 anni di avvenimenti italiani. Pagine di storia complicate  da scrivere per i tanti attori e scrittori che raccontano quegli anni diametralmente opposti. A volte raccontando misteri,complotti e depistaggi. Tutto questo raccontato in circa  diecimila libri .

“Il filo conduttore che unisce me e Giovanni Ricci -spiega Gianpaolo Mattei- è un filo rosso, tragico, fatto di sangue, perché gli autori dell’attentato di Prima valle del  16 Aprile del 1973 nei confronti della mia famiglia li ritroviamo completamente nella strage di via Fani, durante l’uccisione della scorta di Aldo Moro e il sequestro dello stesso. Io e Giovanni  cerchiamo verità e  giustizia, quanto meno storica, su quanto ci è successo in quegli anni a Roma.Parliamo degli  assassini dei nostri cari , gli stessi che hanno operato in altre occasioni, uccidendo altri ragazzi sia di destra che di sinistra”.

 “La strage di Primavalle, fu infatti  un attentato commissionato per il quale  si sa tutto , ma non si conosce il nome”.E per la strage di via Fani….Un nome , due nomi,insomma i mandanti  delle stragi, avvenute durante gli anni di piombo, trovano l’interpretazione di Pier Paolo Pasolini negli scritti corsari del 1975, pubblicati sul corriere della sera dal titolo “Che cos’è questo golpe?”

«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero.

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