Rovigo- Gli anni di
Piombo raccontati da Giampaolo Mattei e Giovanni Ricci agli studenti del De Amicis
di Rovigo
La lezione di storia sugli anni di Piombo, che si è svolta
Venerdì 22 Febbraio al De Amicis di Rovigo , è stata organizzata dall’Associazione
Nazionale Carabinieri di Porto Viro Delta del Po in sinergia con l’istituto scolastico superiore.
Un’occasione in cui Giampaolo Mattei e Giovanni Ricci, parenti delle
vittime della strage di via Fani e del rogo di Primavalle, si sono rivolti agli
alunni, contestualizzando il periodo storico degli anni di piombo e raccontando
in prima persona due atti terroristici che
hanno segnato la storia del nostro paese.
Giampaolo Mattei ha raccontato di essere sopravvissuto insieme ad altri tre
fratelli e ai genitori alla bomba
incendiaria scoppiata nella casa del
quartiere operaio di Primavalle, dove abitava la famiglia del segretario del Movimento Sociale Italiano (MSI),Mario
Mattei.
Giovanni Ricci, ha
parlato della morte del padre Domenico, autista della scorta dello statista
Aldo Moro, ucciso nella strage di via
Fani il 16 Marzo 1978. Momento in cui venne sequestrato dalle brigate rosse l’esponente
politico della democrazia cristiana. Un rapimento che si concluse 55 giorni
dopo con il ritrovamento del cadavere di Moro.
“Parlare degli anni
di piombo ai ragazzi-commenta Gianpaolo Mattei- è un impegno che io e Giovanni
ci prendiamo sempre con massimo rispetto e responsabilità perché parlare di quel determinato periodo storico a generazioni che non conoscono nulla, è stato importante non solo per ciò che
abbiamo detto, ma anche per ciò che rappresentiamo”
“E’ stata un’esperienza
nuova che mi ha dato sensazioni uniche per il fatto che ci siamo trovati di
fronte a ragazzi che avevano voglia di conoscere gli anni di piombo, per i
quali la scuola in generale non da loro i mezzi di ampliare la storia contemporanea
del nostro paese. Tutt’altra cosa rispetto alla storia che dal medioevo arriva
alla seconda guerra mondiale e che si studia appunto nelle scuole italiane. Il
rischio è che nel futuro le giovani generazioni avranno un buco di 60 anni di avvenimenti italiani. Pagine
di storia complicate da scrivere per i
tanti attori e scrittori che raccontano quegli anni diametralmente opposti. A
volte raccontando misteri,complotti e depistaggi. Tutto questo raccontato in
circa diecimila libri .
“Il filo conduttore che unisce me e Giovanni Ricci -spiega
Gianpaolo Mattei- è un filo rosso, tragico, fatto di sangue, perché gli autori
dell’attentato di Prima valle del 16
Aprile del 1973 nei confronti della mia famiglia li ritroviamo completamente
nella strage di via Fani, durante l’uccisione della scorta di Aldo Moro e il
sequestro dello stesso. Io e Giovanni cerchiamo verità e giustizia, quanto meno storica, su quanto ci è
successo in quegli anni a Roma.Parliamo degli assassini dei nostri cari , gli stessi che hanno
operato in altre occasioni, uccidendo altri ragazzi sia di destra che di
sinistra”.
“La strage di Primavalle,
fu infatti un attentato commissionato per
il quale si sa tutto , ma non si conosce
il nome”.E per la strage di via Fani….Un nome , due nomi,insomma i mandanti delle stragi, avvenute durante gli anni di
piombo, trovano l’interpretazione di Pier Paolo Pasolini negli scritti corsari
del 1975, pubblicati sul corriere della sera dal titolo “Che cos’è questo golpe?”
«Noi siamo un paese senza memoria. Il
che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo
perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti
che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma
l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare
com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero”.
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