Una importante operazione è stata portata a termine dai finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo in collaborazione con l’INPS, relativamente alla mancanza dei titoli per richiedere e ottenere il reddito di cittadinanza. Le indagini hanno preso avvio nello scorso mese di dicembre, quando i finanzieri della Tenenza di Occhiobello hanno bloccato un tentativo fraudolento di riscuotere questa misura da parte di 23 persone, tutte provenienti dalla Romania. Queste persone, infatti, avevano presentato al portale dell'INPS le domande per ottenerlo, a seguito delle quali, ricevuto il PIN, si erano recate all’ufficio postale per ricevere ed attivare le card elettroniche prepagate e, quindi, incassare le somme accreditate.
Ma tutte le persone individuate non avevano titolo a ricevere il beneficio richiesto, in quanto risultate prive del requisito di residenza: la legge del 2019 che ha istituito il reddito di cittadinanza, infatti, circoscrive l’accesso al beneficio esclusivamente a coloro che, alla data di presentazione della domanda, risiedono in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due 2 in modo continuativo. Visto il metodo utilizzato, è sorto il sospetto che il fenomeno rilevato non fosse episodico ma che, invece, potesse rappresentare un sistema diffuso, nella dolosa consapevolezza che tutta la procedura di richiesta poggiasse su un sistema di autocertificazioni.
I finanzieri di Occhiobello hanno così scoperto che il comportamento illecito era stato replicato numerose volte in tutto il territorio nazionale: è stato appurato, infatti, che una vasta platea di persone, tutte straniere, aveva presentato domanda ed aveva potuto accedere illecitamente al reddito di cittadinanza. Delle 673 persone controllate, 239 non possedevano il requisito suddetto, e pertanto sono state denunciate a 16 Procure della Repubblica competenti per luogo, oltre a Rovigo. Nei confronti dei percettori è stato disposto il sequestro preventivo di circa 400mila euro in totale, oltre alla sospensione del pagamento da parte dell'INPS. L'azione delle Fiamme Gialle ha impedito l'illegittima corresponsione di somme che oscillano fra un milione e 875mila euro e quattro milioni 500mila euro.
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