giovedì 30 marzo 2017

L'ASSESSORE REGIONALE CORAZZARI: "NO AL PROGETTO TEODORICO, IL DELTA NON SI TOCCA"

«Più che il re degli Ostrogoti, Teodorico, a me questa operazione ricorda il re degli Unni, Attila». Gioca sui nomi l’assessore al territorio e ai parchi della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, gioca ma non scherza quando si tratta di ribadire il suo no fermo e deciso, tanto quanto quello della Giunta regionale del Veneto, al progetto di trivellazione nell’Adriatico, poco distante dalla costa Polesana, denominato “Teodorico”. «La Regione farà opposizione in tutte le sedi –annuncia Corazzari– a cominciare da quelle amministrative per finire, se fosse necessario, anche nelle aule dei massimi tribunali di giustizia: confermiamo senza se e senza ma la nostra posizione, assolutamente non negoziabile, contraria alle estrazioni di idrocarburi dal fondo del nostro mare, a maggior ragione adesso che stiamo discutendo sulla possibilità di valorizzare e promuovere ulteriormente sul piano ambientale e turistico il Parco del Delta del Po in una logica internazionale». La Regione Veneto e l’Ente Parco Delta del Po rilevano in particolar modo l’enorme pericolo derivante dal fenomeno irreversibile della subsidenza, i rischi per le attività di pesca, ricchezza economica irrinunciabile per il Polesine, il grave e negativo impatto che l’inquinamento avrebbe su alcune specie presenti nell’area, come il delfino e la tartaruga, i rischi per le aree SIC che ospitano preziosi habitat marini e i danni irreparabili che potrebbero essere causati da episodi di fuoriuscite di materiali oleosi, che a causa delle correnti stagnerebbero nel Delta. «Lo dissi anche in occasione della consegna del riconoscimento di Riserva Biosfera dell’Unesco al Delta del Po, alla presenza del ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti –continua Corazzari– che quel conferimento doveva essere interpretato come un impegno da parte di tutti di salvaguardare l’immenso patrimonio di quest’area, scongiurando in primis il gravissimo pericolo delle trivellazioni. Il governo, dunque, affianchi i sindaci, la Regione, gli Enti e la popolazione del Polesine nell’impedire la realizzazione di un progetto che appare persino provocatorio nei confronti di una comunità che ha già pagato un conto salatissimo in passato per la subsidenza provocata da uno sfruttamento vergognoso del sottosuolo. Se la storia delle trivellazioni non ha insegnato nulla a qualcuno, per noi polesani è maestra».

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