“La patente di
ambientalisti non ci interessa, cerchiamo solo trasparenza e condivisione”esordisce
così Barbara Businaro, portavoce del
comitato terre nostre di Villadose, nel replicare alle parole del primo
cittadino e sottolineando come in questi
anni l’amministrazione comunale abbia realizzato ben pochi fatti concreti, in
ambito di tutela ambientale. L’esposto presentato alla procura firmato dal sindaco,
altro non è che un atto dovuto e non certo
una prova di coraggio politico – continua Businaro-.
Resta inspiegabile
il silenzio dell’amministrazione
uscente, quando più volte è stato espressamente chiesto almeno un incontro
pubblico con i rappresentanti degli enti competente(Arpav, Asl, Provincia e
altri)che spiegassero la realtà dei fatti di quanto stava accadendo nell’aria,
e non solo, nel nostro Comune. Non basta costituire un tavolo ambientale per
farci contenti, servono momenti di confronto reali, per la risoluzione delle criticità che noi cittadini stiamo vivendo
oggi”-incalza Marilena Niolu, altra portavoce del Comitato-.
Problematicità legate
all’assenza di un impianto di depurazione delle acque -spiegano- A
dimostrarlo, oltre ai soliti episodi di odore acre nell’aria di notte percepiti
dai cittadini, l’ennesima diffida da parte della Provincia di Rovigo, nei confronti
della nota ditta farmaceutica, in seguito ai riscontri dei prelievi effettuati nello scolo
Fossetta che “ hanno evidenziato –si legge nella nota-la presenza di solventi
organici, in concentrazioni superiori ai limiti di legge”, mentre prelievi di
un campione di vapori proveniente da un pozzetto “hanno evidenziato un’elevata
concentrazione di numerosi solventi organici.
Un problema ad oggi ancora
irrisolto, che si traduce in un silenzio
assordante da parte dell’amministrazione anche per i temi ambientali -prosegue
Businaro - come il progetto di
realizzazione di una centrale a biometano, le 49 mila tonnellate di rifiuti
versati sopra la discarica Taglietto 0, dichiarati provvisori ma diventati
definitivi, che non hanno dato né al Comune, né ad Ecoambiente, alcun
beneficio, dato che nel frattempo il gestore è fallito. E ora, non è dato a
sapere chi stia vigilando sullo stato
delle falde acquifere Senza dimenticare la necessaria caratterizzazione dei suoli
interessati da spandimenti dei fanghi Coimpo sul territorio comunale, per i
quali il Comune non si è costituito parte civile nel processo. Questo per dire
che in caso di necessarie bonifiche di
questi fondi,non si sa chi pagherà. Ultimo e non ultimo per importanza, -concludono-
riguarda il ricorso in Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Veneto che
dichiara illegittimo l’operato del Comune in merito all’allevamento intensivo
di visoni. In merito, l’amministrazione non
ha mai chiarito perché ha deciso di investire 20 mila euro di soldi dei
villadosani per difendere un allevamento anacronistico, potenzialmente dannoso
per l’ecosistema, che di fatto ha svalutato le case dei malcapitati residenti
di Via Andreotti e via Verdi.
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