Il coronavirus ha fatto il maggior numero di vittime nelle case di riposo, è risaputo, ma l'emergenza covid 19 ora rischia seriamente di veder soccombere le case di riposo stesse.
Le misure di sicurezza che hanno, di fatto, chiuso le strutture per anziani a nuovi ingressi e le hanno trasformate in dependances sanitarie dei centri covid, con tanto di realizzazione di stanze per l'isolamento dei possibili contagiati, hanno prodotto pure una contrazione delle loro entrate economiche per effetto della diminuzione del numero degli ospiti.
I posti lasciati liberi dal decesso di qualche ospite non vengono rioccupati e sembra non vi sia una ripresa delle valutazioni per nuove impegnative da parte dell'Ulss.
A soffrirne sono i già provati bilanci delle case di riposo che , oltre ai mancati trasferimenti regionali nel gioco dei numeri che ballano tra le poche impegnative e i molti accreditamenti, si trovano ad avere posti occupabili forzatamente vacanti.
Questo periodo di emergenza covid, ha tolto ogni dubbio nel merito delle competenze delle Rsa, sempre più impegnate nella gestione sanitaria, inserite a pieno titolo nel contesto prettamente sanitario, per questo motivo, riteniamo che la Regione non possa più eludere il tema del rimborso sanitario, adeguando il numero delle impegnative rispetto al numero dei posti letto accreditati, prima che il sistema possa implodere, producendo danni che potrebbero essere irreparabili, per una società, la nostra tra le più anziane d Europa.
Se resta tale la situazione sarà almeno necessaria la creazione di un fondo di sostegno regionaĺe alle case di riposo che vada a coprirei buchi economici creati dall'emergenza almeno per la quota sanitaria del posti letto bloccati.
La Conferenza dei sindaci dell'Ulss 5 potrebbe sollecitare una soluzione prima che ospiti e operatori delle case di riposo ne paghino pesanti conseguenze.
Cristiano Pavarin
Vanni Destro
Comitato per l'art.32
Polesin
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