martedì 8 settembre 2020

Barbara Businaro e Marilena Niolu, del comitato Terre Nostre, replicano all’amministrazione comunale di Villadose sul silenzio assordante dei problemi ambientali





 “La patente di ambientalisti non ci interessa, cerchiamo solo trasparenza e condivisione”esordisce così  Barbara Businaro, portavoce del comitato terre nostre di Villadose, nel replicare alle parole del primo cittadino e sottolineando come  in questi anni l’amministrazione comunale abbia realizzato ben pochi fatti concreti, in ambito di tutela ambientale. L’esposto presentato alla procura firmato dal sindaco, altro non è che un atto dovuto e non certo  una prova di coraggio politico – continua Businaro-.


Resta inspiegabile il silenzio  dell’amministrazione uscente, quando più volte è stato espressamente chiesto almeno un incontro pubblico con i rappresentanti degli enti competente(Arpav, Asl, Provincia e altri)che spiegassero la realtà dei fatti di quanto stava accadendo nell’aria, e non solo, nel nostro Comune. Non basta costituire un tavolo ambientale per farci contenti, servono momenti di confronto reali, per la risoluzione delle  criticità che noi cittadini stiamo vivendo oggi”-incalza Marilena Niolu, altra portavoce del Comitato-.


 Problematicità  legate  all’assenza di un impianto di depurazione delle acque -spiegano- A dimostrarlo, oltre ai soliti episodi di odore acre nell’aria di notte percepiti dai cittadini, l’ennesima diffida da parte della Provincia di Rovigo, nei confronti della nota ditta farmaceutica, in seguito ai  riscontri dei prelievi effettuati nello scolo Fossetta che “ hanno evidenziato –si legge nella nota-la presenza di solventi organici, in concentrazioni superiori ai limiti di legge”, mentre prelievi di un campione di vapori proveniente da un pozzetto “hanno evidenziato un’elevata concentrazione di numerosi solventi organici. 



Un problema ad oggi ancora irrisolto, che si  traduce in un silenzio assordante da parte dell’amministrazione anche per i temi ambientali   -prosegue Businaro - come  il progetto di realizzazione di una centrale a biometano, le 49 mila tonnellate di rifiuti versati sopra la discarica Taglietto 0, dichiarati provvisori ma diventati definitivi, che non hanno dato né al Comune, né ad Ecoambiente, alcun beneficio, dato che nel frattempo il gestore è fallito. E ora, non è dato a sapere chi stia vigilando  sullo stato delle falde acquifere Senza dimenticare  la necessaria caratterizzazione dei suoli interessati da spandimenti dei fanghi Coimpo sul territorio comunale, per i quali il Comune non si è costituito parte civile nel processo. Questo per dire che  in caso di necessarie bonifiche di questi fondi,non si sa chi pagherà. Ultimo e non ultimo per importanza, -concludono- riguarda il ricorso in Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Veneto che dichiara illegittimo l’operato del Comune in merito all’allevamento intensivo di visoni. In merito, l’amministrazione  non ha mai chiarito perché ha deciso di investire 20 mila euro di soldi dei villadosani per difendere un allevamento anacronistico, potenzialmente dannoso per l’ecosistema, che di fatto ha svalutato le case dei malcapitati residenti di Via Andreotti e via Verdi.   

Nessun commento:

Posta un commento