Presentato il libro IL
PARTIGIANO FRANCO
La nipote Anna Maria
Catano racconta la vicenda di un
partigiano scomparso nel nulla nel 1944.
Un triste dramma partigiano, Definizione
lapidaria. Finalmente a settant’anni di
distanza dai fatti, si ammette, sia pur a denti stretti, che franco Passarella
non fu ucciso da “orde fasciste”, ma perse la vita in un “triste dramma
partigiano”, che fu torturato e condannato
a morte da quelli che avrebbero essere in suoi compagnia”.
Perentoria la
sentenza pronunciata da Anna Maria Catano, giornalista e nipote di
Franco Passarella, assassinato – questa è il termine esatto – il 25 giugno del
1944.
Una storia orribile per una serata intensa e
partecipata alla presenza di un pubblico
numeroso che ha seguito con attenzione
ed interesse la vicenda che si è venuta a delineare nelle parole
dell’autrice, visibilmente commossa e
incalzata dalle domande della presentatrice, Alessandra Capato. Franco
Passarella, liceale dell’Arnaldo da Brescia,
educato alla libertà in famiglia e cresciuto nella fucina dell’oratorio Santa Maria della
Pace dei padri filippini, il giorno dopo aver brillantemente superato
gi esami di maturità con la media dell’otto e mezzo, che aveva sostenuto per accontentare la madre, a sale in montagna per unirsi ai partigiani di Giustizia e
Libertà E’ il 19 giugno del 1944, la madre e la sorella
Laura lo accompagnano per un tratto di
strada sin fuori la città e quando il sentiero
inizia ad inerpicarsi, si salutano e le due donne ritornano a casa. Da
quel momenti silenzio totale. Franco sembra scomparso nel nulla. Su di lui la cortina del silenzio. In realtà
è la cortina dell’omertà, perché un paese intero ha visto, un prete, cui
Franco consegna la sua carta di identità
e un piccolo testo della Divina Commedia, lo confessa prima di
consegnarlo quattro figuri che portano come lui il fazzoletto
verde di Giustizia e Libertà, che si atteggiano a combattenti patriottici ma
che in realtà sono bravacci che
terrorizzano la valle. Dopo essere stato torturato, Franco viene ucciso con un
colpo alla testa.
Tanti e tanti sapevano ma la ragion di stato ha
imposto il silenzio sino al 2013 quando lo torico Mimmo Franzinelli ha
squarciato il velo e sino al 2017 col
libro d Anna Maria Catano.
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