La consigliera regionale Bartelle (IIC)
interviene sulla proposta dell’assessora Donazzan di prevedere test antidroga
per studenti e docenti.
“Qualcuno dovrebbe ricordare
all’assessora Elena Donazzan che non siamo ancora nella Serenissima Repubblica
Autonoma di Zaia, ma siamo ancora la Regione Veneto, cioè una semplice
articolazione amministrativa di quella "cosa" che si chiama
Repubblica Italiana.
E che pertanto anche in Veneto vige
ancora la Costituzione della Repubblica”.
In particolare, con riferimento alla
proposta della Donazzan di effettuare test anti droga sistematici nelle scuole,
qualcuno dovrebbe rammentarle che è
ancora in vigore l'art. 13 della Costituzione in base al quale "La
libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di
ISPEZIONE o di perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della
libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità Giudiziaria e nei
soli casi e modi previsti dalle leggi".
Si tratta di Leggi dello Stato Italiano
e non della Repubblica Veneta.
Peraltro è interessante evidenziare come
nell’ipotesi dell’introduzione di una norma del genere essa dovrebbe - in virtù
del principio di uguaglianza - interessare tutto il personale al servizio dello
Stato e, se non altro per una questione morale, anche i componenti dei vari
esecutivi centrali e locali.
Misura oltretutto già proposta in
parlamento da UDC nel 2006 e M5S nel 2017, bocciata in entrambi i casi.
Evidentemente –conclude la consigliera regionale-si
tratta dell’ennesima “boutade” che fa il paio con la recente proposta, sempre
di matrice veneta, di ripristinare la leva obbligatoria”.
Nessun commento:
Posta un commento