Una moria di cozze è quella che si sta manifestando nella Sacca di Scardovari e che si sarebbe potuta evitare se fossero state completate le opere di scavo che si erano progettate e iniziate un paio di anni fa.A causa dei lavori non portati a termine non si sono potuti fare quegli interventi di vivificazione che erano programmati e che avrebbero potuto evitare il fenomeno dell’anossia, mancanza di ossigeno che sta portando la morte del prodotto, come afferma Luigino Marchesini, presidente del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine.'
Organizzazione Produttori che aveva già supposto quello che sarebbe accaduto dato che nelle lagune manca quasi totalmente il riciclo dell’acqua e quindi l’ossigenazione, proprio a causa dei canali interrati. A ciò si aggiunga il proliferare delle macro alghe, il caldo anomalo e la mancanza di pioggia e l’aumento della salinità, il tutto evitabile con gli scavi che non sono stati eseguiti.
L’anossia andrà a pesare anche sui futuri raccolti, afferma il presidente e la situazione era stata denunciata anche a livello regionale.
La situazione è destinata a estendersi anche oltre la Sacca di Scardovari compromettendo l’attività dei pescatori e mettendo a rischi la produzione del prossimo anno a meno che i lavori non partano in tempi utili.
Non si può finire sempre con l’attendere l’emergenza per intervenire e intanto una decina di pescatori hanno perso completamente il proprio prodotto. Quest’anno la categoria non è riuscita a soddisfare le richieste della cozza DOP in quanto senza la vivificazione c’è stato un calo del prodotto.
Per i lavori nelle aree date in concessione al Consorzio, lo stesso aveva preventivato la partecipazione con proprie risorse economiche ma serve il modo per trovare sistemi che permettano la realizzazione degli interventi in tempi più celeri. ma serve una programmazione perchè l’attuale situazione sta mettendo la categoria in ginocchio.
Nessun commento:
Posta un commento