mercoledì 31 maggio 2017

PORTO TOLLE:IL COMUNE DICE NO ALLE TRIVELLAZIONI IN ADRIATICO



PORTO TOLLE :IL COMUNE DICE NO ALLE TRIVELLAZIONI IN ADRIATICO E CHIEDE AL MINISTERO UN TAVOLO CONGIUNTO DI ESPERTI PER REDIGERE UN MODELLO MATEMATICO "VERITIERO"
In seguito al referendum sulle trivelle è possibile continuare ad estrarre il metano al largo dell'Adriatico, fuori dalle 12 miglia. E' recente la richiesta da parte della società Po Valley Operation con sede legale a Roma che ha chiesto al ministero per l'ambiente l'estrazione del metano. "Abbiamo analizzato il progetto -spiega l'ingegner Mantovani- e per questo dobbiamo fare delle considerazioni.Secondo i dati forniti dalla Po Valley, in base al modello matematico fornito-spiega  il direttore del consorzio Delta del Po Giancarlo  Mantovani- il massimo abbassamento del terreno sarebbe di 10 centimetri e mezzo e avverrebbe in corrispondenza del punto di prelievo, ovvero a 12.6 miglia nautiche di distanza  dalla località Bonelli e circa 25,8 Km da quelle dell'Emilia Romagna in corrispondenza della località Bacucco. 

 Ma se andiamo di fronte al lido di Dante in provincia di Ravenna scopriamo Angela-Angelina, una piattaforma che estrae metano in Adriatico. Una trivella che in base al modello matematico fornito anni fa (1994)dalla società, doveva causare l'abbassamento del terreno in corrispondenza della  costa di 14 centimetri. In realtà -puntualizza Mantovani- abbiamo verificato sul posto che l'abbassamento è stato ben superiore al metro".Per questi motivi, il consiglio comunale di Porto Tolle, ha deliberato la richiesta al ministero preposto di costituire un tavolo tecnico congiunto di esperti del settore per realizzare un modello matematico veritiero sugli effetti delle estrazioni del metano "



UN PO' DI STORIA

"Le estrazioni di metano in terra ferma avvennero  nel Polesine negli anni '40 fino al 1961 quando il governo decretò la sospensione e poi la chiusura definitiva nel 1963. Mentre in Emilia Romagna le estrazioni continuarono fino al 1963.
Tali estrazioni hanno prodotto punte di abbassamenti di 30 centimetri in un solo anno (1957), fino a 2 metri in 10 anni (1951-1960) di 3 metri in 30 anni (1951-1980) e di ulteriori 35 centimetri (1983-2008).Dati forniti dall'università di Padova, dai quali emerge che il fenomeno dell'abbassamento del terreno non si interruppe con la sospensione dell'attività estrattiva ma continuò nel corso degli anni, soprattutto nelle zone meridionali del delta del Po."Questo significa -precisa Mantovani-che gli effetti della subsidenza sono continuati nel tempo anche dopo la chiusura dei pozzi di metano. Per fare un esempio visibile a occhio nudo:la via del mare che da Ca Tiepolo va a Bonelli è sempre piena d'acqua, mentre 20 anni fa non avveniva. Va detto che dal 2008 ad oggi non sono stati più svolti altri studi e rilievi in merito e per questo non abbiamo altri dati in merito.-spiega l'ingegnere-".

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