“Dopo nemmeno 24 ore dall’approvazione in Consiglio Regionale della Risoluzione sull’inquinamento da PFAS, si scopre che nelle falde sottostanti gli impianti della Miteni è stato rilevato un altro tipo di PFAS. Si tratta di una situazione grottesca.” Queste le parole della portavoce Silvia Benedetti riguardo l’annuncio del rinvenimento di C6O4 nelle falde di Trissino.
“Se tale sostanza è lavorata dal 2013, perché non segnalarlo subito alla Regione, quando è scoppiata la questione PFAS? Si sarebbero potuti fare accertamenti ed evitare almeno in parte l’inquinamento delle acque. Il fatto che non siano previsti limiti per tali sostanze esula da quella che dovrebbe essere una condotta responsabile e sostenibile a livello ambientale di un’azienda privata. A mio avviso l’attività della Miteni dovrebbe essere completamente sospesa, almeno sinché non si sarà sicuri che non inquina più le acque. La società dovrebbe inoltre collaborare dichiarando tutte le sostanze lavorate, di modo che si possa iniziare una seria bonifica delle acque”.
“A seguito dell’aggravarsi della situazione e, su sollecitazione del Comitato <Mamme NO PFAS> ho inviato in data odierna una richiesta di incontro con il Ministro dell'Ambiente Costa ed a quello della Sanità Grillo cui parteciperanno anche i membri del Comitato. Ho ritenuto necessaria questa iniziativa perché il Ministro possa rendersi conto di quanto sta avvenendo sul territorio parlando direttamente con chi ha subito l’avvelenamento da PFAS”, termina la portavoce.
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