PORTO VIRO «Non si può affermare che il paese è ripartito, se contestualmente non è ripartita anche la cultura». Marialaura Tessarin, assessore a Politiche di Genere, Associazioni e Politiche Giovanili di Porto Viro, dirigente del locale circolo del PD e membro dell'assemblea provinciale del partito, si fa portavoce di una delle categorie che più è stata penalizzata dall'emergenza da Covid-19: gli operatori della cultura e dello spettacolo. Musicisti, artisti, tecnici e operatori della cultura che da febbraio sono stati costretti ad abbandonare la loro attività e che nelle tabelle per riaperture e ripartenze si sono trovati costantemente all'ultimo posto. Snobbati fino ad essere quasi dimenticati. Già, perché a sfavore degli spettacoli culturali e musicali gioca il fatto che il pubblico, magari numeroso, e vicino, è spesso una componente fondamentali delle esibizioni.
Con quelle che possono sembrare battute, ma che in realtà mettono il dito direttamente sulla piaga, Tessarin evidenza che, come «la musica dal vivo non è minimamente paragonabile alla musica in streaming», allo stesso modo «Il lavoro di musicista non si può fare in smart working». E che dunque è stato giusto preoccuparsi per la tenuta del sistema sanitario, per l'economia, le attività produttive e il lavoro, pensare a come riaprire in sicurezza la scuola a settembre e quant'altro, ma che ad un certo punto la società ha bisogno di esprimersi e di ricevere stimoli anche dalla cultura, dalla musica. «Il virus ha scombussolato la nostra quotidianità e sappiamo benissimo che in Italia la professione di artista o musicista è stata spesso considerata dai più come secondaria - continua Tessarin - queste figure vengono continuamente trattate da dilettanti, sminuite secondo la logica per cui chi suona lo fa solo per diletto o per passare il tempo. Ma gli artisti non sono dei perdigiorno, sono persone che hanno dedicato anni e sacrifici nello studio della musica, fatto decenni di gavetta per seguire la propria passione. Gli artisti, e i musicisti in particolare, non sono aiutati da nessuno. Non hanno tutele e sono profondamente convinta che in questa crisi abbiano pagato un prezzo troppo alto».
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