“E la storia continua“ è il tema della serata prevista alle 20.30 di venerdì 2 Febbraio nella palestra di Taglio di Donada. Un’occasione per parlare della scuola elementare Capato che 65 anni fa fu l’incubatore dell' esperimento della città di Pestalozzi a Firenze con le nuove forme educative proposte da Ferriere (scuola attiva), Dewy (scuola e società), Dottrens, Cousinet, Boschetti,
Taglio di Donada allora era frazione del comune di Donada: una località di tremila abitanti, che per le condizioni infime di vita della popolazione veniva chiamata "isola crudele". Se Carlo Levi l'avesse visitata, avrebbe detto che Cristo si è fermato a Taglio.
Gente povera, abbrutita dall'inerzia di un ozio forzato per mancanza di lavoro, che viveva in abitazioni antigieniche costruite su un terreno arido, arso, sabbioso: ma era gente forte e generosa. Taglio venne scelta proprio perché tra tutti i luoghi del plesso era la più disagiata, e per dimostrare agli insegnanti che,quando non difetta la volontà non ci sono condizioni di luogo che possano ostacolare l’opera di un insegnante. E così fu. Dopo un anno scolastico, dall'esperimento si conseguirono i seguenti risultati:
i ragazzi erano irriconoscibili, le loro personalità spiccavano distinte per la serietà dei propositi e per lo spirito di iniziativa.Si diede vita alla tipografia con il giornalino "Monti d'oro", si tenne l'amministrazione, si curò la distribuzione, si fecero lavori per l'illustrazione del programma di scienze, si coltivò il giardino, si allacciarono legami di corrispondenza con consolati e altre scuole, si fecero lavori di falegnameria e tanto altro ancora. Funzionava la mensa, grande risorsa per i ragazzi che avevano così assicurato un pasto. La scuola di Taglio era come una meteora che illuminava al suo passaggio negli anni a venire si era stabilita tra alunni e maestri una corrente di simpatia e fiducia reciproca che favoriva l'intesa e la collaborazione.
L'insegnante non era solo il maestro: era consigliere, genitore, amico, era una istituzione che formava il ragazzo verso gli ideali della vera vita democratica. Dal passato al presente per costruire il futuro: da ciò che è stato e non lo si deve mai scordare -e tanto meno rinnegare- per arrivare ai giorni mostri con una scuola capace di educare nel senso più intimo della parola stessa, tirare fuori dal bambino tutto ciò che è proprio per sviluppare e affinare le attitudini e le facoltà, allo scopo di formare una persona retta, civile, consapevole, responsabile, dai sani principi e valori umani.
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