"Lo scherzo è bello quando dura poco. Ma se si ripete per giorni, settimane e mesi, diventa lesivo. A quel punto siamo di fronte a un atto di cyberbullismo". Questo il concetto espresso in sintesi dal maggiore dell'Arma dei Carabinieri Umberto Carpin nel corso della prima lezione di civiltà e Costituzione rivolta agli studenti dell'istituto superiore "Colombo" di Porto Viro. Un aspetto, quello delle insidie del web, inserito nell'ambito di un progetto promosso dall'Associazione Nazionale Carabinieri di Porto Viro in sinergia con l'istituto Colombo per rendere i ragazzi consapevoli: nel momento in cui quello che potrebbe essere considerato uno scherzo arriva addirittura ad essere sexting o e si configura nel reato di detenzione di materiale di pornografia minorile. Una differenza sostanziale resa chiara attraverso gli episodi raccontati dal maggiore Carpin, accaduti nel territorio polesano.
Nel suo intervento, l'avvocato Giuseppe Tessarin ha illustrato ai ragazzi quali azioni intraprendere nel momento in cui si è presi di mira via web, e come la nuova legge persegue in caso di reato i giovani dai 14 ai 17 anni. Ad evidenziare fino a che punto possono essere devastanti le conseguenze psicologiche, per una vittima di bullismo in seguito alle azioni perpetrate da un gruppo di compagni, è stata la psicologa Silvia Tessarin, attraverso l'analisi di alcuni spezzoni di filmati di una serie televisiva andata in onda su Netflix. «In ogni storia di bullismo c'è un soggetto debole che se la prende con un altro soggetto debole», ha dichiarato la psicologa. Da qui l'importanza per gli studenti bullizzati di rompere il silenzio parlandone ai genitori e ai professori. O magari utilizzando il telefono azzurro 19696, o ancora digitando www.piattaforma.generazioniconnesse.it
A
chiudere la lezione di civiltà e Costituzione, il giudice Carlo Negri”: «Oggi come
oggi, il sistema induce ad essere popolari per essere qualcuno, ma quando lo
facciamo ci comportiamo secondo uno standard di imbecillità», ha detto nel suo intervento
il magistrato. «Se volete diventare delle persone libere, cittadini che hanno la capacità di gestire e
decidere della propria vita, cominciamo tutti a stare un passo indietro e analizziamo in modo
critico quello che ci accade. Non è popolare perché non soddisfa il desiderio
di notorietà? Non importa.
“Pensateci
bene prima di postare qualsiasi cosa, perché una volta inviato un contenuto è
quasi impossibile fermarlo. Non ci sono infatti gli strumenti per fermare la
semplice condivisione di una foto e nel momento in cui è postata diventa di
dominio pubblico. Ciò porta a pensare
che l’essere umano non si è evoluto abbastanza per gestire questi mezzi
tecnologici. Il diritto all’oblio, ovvero il diritto alla dimenticanza, non è
garantito nel web. Dovremmo quindi usare il telefonino con più diffidenza e
meno amicizia, privilegiando le dinamiche relazionali senza nasconderci nell’inviare
messaggini con profilo fake per cercare di fare del male ad un’altra persona. Potremmo
causare danni irrecuperabili».
Alla
domanda “come possiamo noi ragazzi fermare il fenomeno del bullismo”, il giudice Negri , sulla base dell’esperienza nord americana applicata a metà degli anni 70 per combattere la violenza diffusa e il
crimine nella metropolitana di New York, ha suggerito ai ragazzi di assumere il ruolo di Guardians Angel. «Chi si è guadagnato i galloni per essere popolare
dovrebbe dimostrare di valere, diventando guardiano di chi è più debole. Potrebbe
essere un modo generoso e intelligente per riempire la propria popolarità e
supremazia di contenuti anche etici».
A presenziare alla lezione anche le autorità civili locali.
La
prossima lezione per gli allievi del Colombo di Porto Viro sul tema civiltà e
Costituzione è fissata per il prossimo 17 febbraio. Uno dei relatori potrebbe essere il
nuovo direttore del carcere Due Palazzi di Padova, Claudio Mazzeo.
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