mercoledì 24 gennaio 2018

GLI ALLIEVI DELL'ISTITUTO "COLOMBO" DI PORTO VIRO A LEZIONE DI CIVILTÀ E COSTITUZIONE


"Lo scherzo è bello quando dura poco. Ma se si ripete per giorni, settimane e mesi, diventa lesivo. A quel punto siamo di fronte a  un atto di cyberbullismo". Questo il concetto espresso in sintesi dal maggiore  dell'Arma dei Carabinieri Umberto Carpin nel corso della prima  lezione di civiltà e Costituzione rivolta agli studenti dell'istituto superiore "Colombo" di Porto Viro. Un aspetto, quello delle insidie del web, inserito  nell'ambito di un progetto promosso dall'Associazione Nazionale Carabinieri di Porto Viro in sinergia con  l'istituto Colombo per rendere i ragazzi consapevoli: nel momento in cui quello che potrebbe essere considerato uno scherzo  arriva addirittura ad essere  sexting o  e si configura nel reato di detenzione  di materiale di pornografia minorile. Una differenza sostanziale resa chiara attraverso  gli episodi raccontati dal maggiore Carpin, accaduti nel territorio polesano.



Nel suo intervento, l'avvocato Giuseppe Tessarin ha illustrato ai ragazzi quali  azioni  intraprendere nel momento in cui si  è presi di mira via web, e come la nuova legge persegue in caso di reato i giovani dai 14 ai 17 anni. Ad evidenziare  fino a che punto  possono essere devastanti le conseguenze  psicologiche, per una vittima di bullismo in seguito alle azioni perpetrate da un gruppo di compagni, è stata la psicologa Silvia Tessarin, attraverso  l'analisi di alcuni spezzoni di filmati di una serie televisiva  andata in onda su Netflix. «In ogni storia di bullismo c'è un soggetto debole che se la prende con un altro soggetto debole», ha dichiarato la psicologa. Da qui l'importanza  per gli studenti bullizzati di rompere il silenzio parlandone ai genitori e ai professori. O magari utilizzando il telefono azzurro 19696, o ancora digitando www.piattaforma.generazioniconnesse.it

A chiudere la lezione di civiltà e Costituzione, il giudice Carlo Negri”: «Oggi come oggi, il sistema induce ad essere popolari per essere qualcuno, ma quando lo facciamo ci comportiamo secondo uno standard di imbecillità», ha detto nel suo intervento il magistrato. «Se volete diventare delle persone libere,  cittadini che hanno la capacità di gestire e decidere  della propria vita, cominciamo  tutti a stare  un passo indietro e analizziamo in modo critico quello che ci accade. Non è popolare perché non soddisfa il desiderio di notorietà?  Non importa.

“Pensateci bene prima di postare qualsiasi cosa, perché una volta inviato un contenuto è quasi impossibile fermarlo. Non ci sono infatti gli strumenti per fermare la semplice condivisione di una foto e nel momento in cui è postata diventa di dominio pubblico.  Ciò porta a pensare che l’essere umano non si è evoluto abbastanza per gestire questi mezzi tecnologici. Il diritto all’oblio, ovvero il diritto alla dimenticanza, non è garantito nel web. Dovremmo quindi usare il telefonino con più diffidenza e meno amicizia, privilegiando le dinamiche relazionali senza nasconderci nell’inviare messaggini con profilo fake per cercare di fare del male ad un’altra persona. Potremmo causare danni irrecuperabili».



Alla domanda “come possiamo noi ragazzi fermare il fenomeno del bullismo”,  il giudice Negri ,  sulla base dell’esperienza nord americana  applicata  a metà degli anni  70 per combattere la violenza diffusa e il crimine nella metropolitana di New York, ha suggerito ai ragazzi  di assumere il ruolo  di Guardians Angel. «Chi si  è guadagnato i galloni per essere popolare dovrebbe dimostrare di valere, diventando guardiano di chi è più debole. Potrebbe essere un modo generoso e intelligente per riempire la propria popolarità e supremazia di contenuti anche etici».
A presenziare alla lezione anche le autorità civili locali.

La prossima lezione per gli allievi del Colombo di Porto Viro sul tema civiltà e Costituzione è fissata per il prossimo  17 febbraio. Uno dei relatori potrebbe essere il nuovo direttore del carcere Due Palazzi di Padova, Claudio Mazzeo.

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