giovedì 25 gennaio 2018

PORTO TOLLE: LA RIVISTA CULTURALE REM PRESENTA IL NUOVO NUMERO



V
enerdì 26 gennaio 2018, Porto Tolle (Ro), ore 21   Sala della Musica, via Giordano 3  verrà presentato l'ultimo numero di REM

“Sergio Garbato: il mio Cibotto”


INGRESSO LIBERO


Approfondimenti sugli articoli pubblicati nell'ultimo numero.

Suoni:
ROMEA, multiculturalità sonore

intervista di Cristiana Cobianco
“Romea è il nome della strada che vedono dalla finestra il dj Alberto Tessarin e il batterista Andrea Mancin, i due amici fondatori del gruppo nato nel 2014 in occasione di Deltarte e che ha in Alberto Tessarin il suo scheletro.”

Luoghi:
IL MUSEO CHE NON C’È
di Ilaria Gabrieli e Massimiliano Battiston
“Se si risale agli esordi, è facile comprendere come siano state travagliate e ancora lo siano le vicissitudini legate alla collocazione del Museo della Civiltà Contadina di Porto Tolle. Vale la pena, allora, cercare di ripercorrerne le tappe attraverso il racconto dei protagonisti.”

Immagini:
WILLIAM GUERRIERI e le NEW LANDS

di Barbara Pregnolato
“Fotografia e paesaggio, un binomio molto abusato in tempi di selfie e smartphone, e soprattutto in un territorio ricco di ambienti naturali di pregio come il Delta del Po.
Dove la natura addomesticata dall’uomo regna sovrana, sia essa spazio dell’agricoltura, piuttosto che golena, fiume, argine, scanno, valle, laguna, è talvolta facile cadere nell’errore di confondere la natura con il paesaggio.”

Personaggi:
CRISTIANO VIDALI. Quando alle superiori ho incontrato Platone
Intervista di Sandro Marhioro
“Mastica Hengel come fosse chewingum, svolazza su Nietzsche attento come un rapace, ha idee puntute su Marx e sul ruolo che potrebbe avere nel presente; e a tempo perso organizza (del tutto da solo) una serie di incontri su temi filosofici: d’estate, in una località di mare, facendo concorrenza a bancarelle negozietti pizzerie e gelaterie e vincendo la scommessa, visto che la sala si riempie.”

Storie:
RENATO, l’ultimo barcaro

Intervista di Vainer Tugnolo
“Se è vero che oggi il fiume è diventato una sorta di zona franca dove può accadere di tutto, se sembra essersi trasformato in una grande autostrada, dal Monviso al Delta, dove non esistono forme di controllo, c’è stato invece un tempo in cui la vita sul Po veniva scandita da regole ben precise, un tempo in cui le insidie dovevano essere conosciute e governate.”


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