mercoledì 26 settembre 2018

DELTA:COLDIRETTI IMPRESAPESCA "PESCATORI IN CRISI NELLA LAGUNA DI MARINETTA"


L’area, tra i comuni di Porto Viro e Rosolina, soffre una moria di molluschi a causa dell’eccezionale caldo e della concomitante stagnazione di marea




Venericoltura a rischio. Sono oltre duecento gli operatori che vivono di pesca ed acquacoltura nella laguna di Marinetta, che ora si trovano a dover fronteggiare l’anomala moria che si protrae dallo scorso 16 settembre e sta colpendo la produzione di vongole veraci. A causarla il caldo eccezionale ed una concomitante stagnazione di marea che hanno provocato una totale e prolungata crisi di ossigeno, a cui si somma l’apporto di materiale organico dai fiumi. “Abbiamo chiesto l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale della pesca e dell’acquacoltura – spiega Alessandro Faccioli, responsabile provinciale di Coldiretti Impresapesca – anche se la quantificazione dei danni è ancora in corso, possiamo dire che gli operatori sono in forte difficoltà, considerato soprattutto il protrarsi del fenomeno ed il coinvolgimento del novellame. In alcuni casi il danno sarà del 100%”. Si ripresenta nuovamente il tema della vivificazione delle lagune e la necessità di aumentare la consapevolezza delle istituzioni europee sulle problematiche del Delta del Po. 

“Oltre al lavoro di un intero comparto che opera nel territorio lagunare, esiste una biodiversità da preservare per mantenere e conservare l’area del Delta del Po – prosegue Faccioli – minacciata, purtroppo, dal frequente interramento delle lagune che determina anche una perdita inestimabile per l’ambiente lagunare e le specie che lo popolano”. Una difficoltà, questa, che riguarda tutti: dai pescatori alle istituzioni, dalla politica alla ricerca scientifica. “La programmazione europea – spiega Faccioli – tiene conto di questi fattori assegnando risorse attraverso il Feamp dedicate al ripristino delle condizioni ambientali di certe aree. Avviene, però – prosegue – un’eccessiva frammentazione di queste risorse che finiscono, così, per risultare insufficienti al tipo di intervento necessario nel nostro territorio per vivificare le lagune in modo permanente”. Si tratta di interventi delicati per non compromettere l’equilibrio dell’ecosistema lagunare che, anzi, si vuole preservare e mantenere biodiverso.

 “È fondamentale che le istituzioni europee siano informate sulle caratteristiche uniche del nostro territorio – conclude Faccioli – occorre formare un gruppo di lavoro specializzato che faccia sedere allo stesso tavolo mondo produttivo, politica, istituzioni locali e mondo universitario a Bruxelles, solo così potrà essere definito un programma razionale e consapevole d’intervento per salvare le lagune del Delta e salvaguardare un comparto così importante per l’economia del territorio”.





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