L’area,
tra i comuni di Porto Viro e Rosolina, soffre una moria di molluschi a causa
dell’eccezionale caldo e della concomitante stagnazione di marea
Venericoltura a
rischio. Sono oltre duecento gli operatori che vivono di pesca ed acquacoltura
nella laguna di Marinetta, che ora si trovano a dover fronteggiare l’anomala
moria che si protrae dallo scorso 16 settembre e sta colpendo la produzione di
vongole veraci. A causarla il caldo eccezionale ed una concomitante stagnazione
di marea che hanno provocato una totale e prolungata crisi di ossigeno, a cui
si somma l’apporto di materiale organico dai fiumi. “Abbiamo chiesto l’attivazione
del Fondo di solidarietà nazionale della pesca e dell’acquacoltura – spiega Alessandro
Faccioli, responsabile provinciale di Coldiretti Impresapesca – anche se la
quantificazione dei danni è ancora in corso, possiamo dire che gli operatori
sono in forte difficoltà, considerato soprattutto il protrarsi del fenomeno ed
il coinvolgimento del novellame. In alcuni casi il danno sarà del 100%”. Si
ripresenta nuovamente il tema della vivificazione delle lagune e la necessità
di aumentare la consapevolezza delle istituzioni europee sulle problematiche del
Delta del Po.
“Oltre al lavoro di un intero comparto che opera nel territorio
lagunare, esiste una biodiversità da preservare per mantenere e conservare
l’area del Delta del Po – prosegue Faccioli – minacciata, purtroppo, dal
frequente interramento delle lagune che determina anche una perdita
inestimabile per l’ambiente lagunare e le specie che lo popolano”. Una difficoltà,
questa, che riguarda tutti: dai pescatori alle istituzioni, dalla politica alla
ricerca scientifica. “La programmazione europea – spiega Faccioli – tiene conto
di questi fattori assegnando risorse attraverso il Feamp dedicate al ripristino
delle condizioni ambientali di certe aree. Avviene, però – prosegue – un’eccessiva
frammentazione di queste risorse che finiscono, così, per risultare
insufficienti al tipo di intervento necessario nel nostro territorio per
vivificare le lagune in modo permanente”. Si tratta di interventi delicati per
non compromettere l’equilibrio dell’ecosistema lagunare che, anzi, si vuole
preservare e mantenere biodiverso.
“È fondamentale che le istituzioni europee
siano informate sulle caratteristiche uniche del nostro territorio – conclude Faccioli
– occorre formare un gruppo di lavoro specializzato che faccia sedere allo
stesso tavolo mondo produttivo, politica, istituzioni locali e mondo
universitario a Bruxelles, solo così potrà essere definito un programma
razionale e consapevole d’intervento per salvare le lagune del Delta e salvaguardare
un comparto così importante per l’economia del territorio”.
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