Quando
l’organo e la fisarmonica incantano
Successo
a Costa per il secondo appuntamento di Antichi Organi del Polesine
Erano
in molti domenica scorsa, nonostante le avverse condizioni
atmosferiche, a gremire la navata della chiesa parrocchiale di San
Rocco a Costa di Rovigo, per ascoltare il concerto proposto
nell'ambito della XV edizione della rassegna “Antichi Organi del
Polesine” che, anche quest’anno, sta offrendo al pubblico
esibizioni di grande livello artistico.
La
manifestazione, organizzata da Asolo Musica e inserita nel circuito
regionale “Cantantibus Organis”, è stata realizzata grazie al
finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali,
della Regione Veneto e dei Comuni di Rovigo, Porto Tolle, Costa di
Rovigo e Lendinara, con il patrocinio della Provincia di Rovigo e il
sostegno di RovigoBanca.
Ad
aprire la serata l’assessore alla cultura, Moira Ferrari, che, nel
suo intervento in rappresentanza dell’amministrazione comunale, ha
voluto ricordare gli sforzi profusi dal Comune per valorizzare un
bene prezioso, sul piano artistico e culturale, come l’antico
organo Callido op. 189 custodito nella chiesa di “Costiola”. «Un
impegno – ha sottolineato l’assessore Ferrari - che ci ha
convinti anche quest’anno a rinnovare il sostegno a una rassegna
concertistica che, nel dare voce al nostro prestigioso organo,
che nel corso dell’anno ha poche occasioni per essere suonato e
ascoltato, consente di inserire Costa di Rovigo in un circuito di
concerti di grande levatura artistica». È bene ricordare,
infatti, che il pregiato strumento custodito in questa chiesa,
costruito nel 1782, ricco di effetti coloristici propri della cultura
organistica sette/ottocentesca, grazie al pregevole restauro
effettuato qualche anno fa, possiede tutte le caratteristiche foniche
tipiche di Gaetano Callido, rinomate per la loro trasparenza ed
espressività.
A
portare il saluto anche il consigliere di RovigoBanca, Ferdinando
Pezzuolo, il quale ha ribadito l’interesse dell’istituto di
credito cooperativo per la rassegna “Antichi Organi del Polesine”
che, «oltre a valorizzare gli storici organi a canne custoditi
nelle chiese del nostro territorio, consente a grandi talenti di
esibirsi proponendo dell’ottima musica».
È
toccato alla fisarmonica di Luca Piovesan introdurre il concerto
presentando l’anima più classica dello strumento. “Asturias”,
di Isaac Albéniz, ha ripercorso i ritmi del flamenco alternati a
quadri di un’espressione struggente. A seguire “L’Adagio per
Glassharmonika” di Mozart, una perla dedicata a questo
particolare strumento dall’animo etereo. La parte per fisarmonica
sola si è conclusa con un brano dello stesso Piovesan, omaggio al
compositore Astor Piazzolla, a partire dal tema dell’Inverno con il
quale il celebre compositore argentino chiude il suo ciclo di
stagioni di Buenos Aires.
La
parte centrale del concerto ha visto protagonista l’organo in veste
di solista. Il M° Toffolo ha aperto il suo intervento con la
“Toccata II”, tratta dal 2° libro di Toccate di Girolamo
Frescobaldi. Una pagina articolata al suo interno in vari episodi,
ciascuno dei quali caratterizzato da brillante inventiva, vivacità
ritmica, raffinate ricercatezze contrappuntistiche ed elegante
condotta delle parti. Subito dopo si è assistito all’esecuzione di
una composizione organistica di raro ascolto: la “Suite
pastorale” di Fortunato Chelleri, costituita da una raccolta di
pezzettini in stile spiccatamente melodico (di sapore vagamente
cembalistico), dove l’aggettivo pastorale si riferisce tanto allo
spirito natalizio (palese nella Musette finale il riferimento alle
zampogne) quanto alla dimensione agreste dedotta dagli accenti
genuinamente popolareschi disseminati qua e là.
A
conclusione della parte centrale della serata è stata eseguita la
nota “Sonata per organo” del famoso compositore Vincenzo
Bellini. Una solenne introduzione ad accordi lenti e gravi ha portato
allo sviluppo di una melodia cantabile di stampo prettamente
operistico, in cui i tratti vocali tipici della produzione teatrale
belliniana sono stati felicemente trasposti sulla tastiera
dell’organo; travolgente è risultato il finale che è stato
proposto a mo’ di orchestra con tanto di crescendo ed incalzando
finale.
La
terza e ultima parte del concerto ha visto i due strumenti unirsi nel
“Duo di Mantici”, il cui nome trae spunto dal comune meccanismo
che in entrambi genera il flusso d’aria che va ad alimentare i
rispettivi somieri. Sono state eseguite la “Sonata in Fa”
di Gaetano Piazza, brillante pezzo di maniera dal tono vivace e
festoso; nel “Concerto in Sib” di
Giovanni Battista Zucchinetti è risultata più marcata la
ricerca del dialogo tra i due strumenti; nell’aria “Gottes
Zeit ist die allerbeste Zeit” tratta dalla
Cantata BWV 106 di J. S. Bach, meglio conosciuta come “Actus
tragicus”, la fisarmonica ha cantato con intenso pathos e lirica
drammaticità sopra un accompagnamento formato da accordi ribattuti
che sembravano voler sottolineare l’inesorabile trascorrere del
tempo umano. Il programma della serata si è concluso con
l’esecuzione del “Concerto del Sign. Meck”, in un
arrangiamento dell’originale trascrizione di Johann Gottfried
Walther (contemporaneo di Bach) di un Concerto orchestrale di
Antonio Vivaldi. Nei due tempi estremi (contrassegnati
dall’indicazione Allegro) l’originaria contrapposizione del
piccolo gruppo di strumenti con l’orchestra al gran completo è
stata ottimamente resa dall’accostamento delle sonorità
individuali della fisarmonica rispetto al suono più pieno
dell’organo. Nell’Adagio centrale l’organo ha proposto il basso
continuo su cui lo strumento solista ha elevato la propria melodia
come fosse un’accorata preghiera, alla stessa stregua di un violino
solista.
Luca
Piovesan e Daniele Toffolo hanno dato vita a una splendida
esibizione. L’organo storico di Costa non ha tradito le aspettative
e ha anzi ribadito la versatilità del mantice anche nel difficile
confronto con la fisarmonica, risultando capace di offrire una
straordinaria qualità ed ampiezza di suoni, dalle più ardite
suggestioni contemporanee all’assoluto rigore della tradizione
colta.
Un bis
eccellente ha concluso l'indimenticabile esibizione, tra gli applausi
calorosissimi del pubblico presente. A
chiusura della bella serata, il sindaco Antonio Bombonato ha voluto
complimentarsi con gli artisti donando loro alcune pubblicazioni di
storia locale. Soddisfatto anche il parroco don Daniele Bragante, il
quale, in vista del Natale, ha voluto esprimere il suo augurio di
pace e prosperità all’intera comunità, auspicando che il “dialogo
di mantici” - quello tra il suono dell’organo e quello della
fisarmonica (strumenti musicali apparentemente diversi ma tra loro
molto affini) - protagonista dell’evento musicale della serata,
possa essere d’esempio nella vita di tutti i giorni e nelle
relazioni tra gli esseri umani. «L’uomo ha bisogno di pace –
ha concluso il parroco - e la pace nasce dal dialogo. Buon
Natale!».
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