mercoledì 22 giugno 2022

CONSORZIO PESCATORI “È NECESSARIO PORTARE A TERMINE I LAVORI DI VIVIFICAZIONE AVVIATI E NON ANCORA ULTIMATI”.

“Sono due anni che sono iniziati delle opere di scavo nella Sacca di Scardovari, ma

sembra che non riusciamo a vedere la fine con gravi danni su tutto il nostro comparto”.

“La mancanza di pioggia che non da tregua da un lato, gli scavi in ritardo dall’altro fanno sì che non ci sia il necessario ricambio d’acqua tra i canali della laguna e il mare. 

Da qui la conseguente formazione di macroalghe verdi filamentose che diminuisce ulteriormente la circolazione di ossigeno nell’acqua. Si tratta di una combinazione letale, tanto che abbiamo perso la semina di vongole che era nata in primavera.

Per la situazione meteorologica non possiamo fare nulla se non votarci a qualche santo, ma se gli scavi che sono iniziati due anni fa fossero stati conclusi la situazione attuale non sarebbe così tragica, la circolazione dell’acqua sarebbe sicuramente maggiore. Come possiamo programmare, quando rischiamo di perdere anche l’investimento del seme che abbiamo messo a dimora in laguna con il progetto Flupsy?”.

È la lucida analisi della situazione che sta attraversando il comparto ittico di Porto Tolle di Luigino Marchesini, presidente del Consorzio Pescatori del Polesine O.P. con sede a Scardovari.

Un nuovo grido di allarme per la sopravvivenza delle lagune del Delta del Po e con esse di tutta l’economia che vi gira attorno.

A manifestare la propria preoccupazione per la situazione che si è innescata negli specchi acquei di Porto Tolle insieme a Marchesini ci sono anche il vicepresidente Emanuele Finotti e tutto il Consiglio di Amministrazione della struttura consortile cui fanno capo 1.500 pescatori di vongole, gli allevatori della preziosa Cozza DOP di Scardovari e la pregiata Ostrica Rosa del Delta.

“Tutte le nostre produzioni sono a rischio. In Sacca di Scardovari abbiamo perso 50 ettari di zona coltivabile poiché non c’è più ricircolo dell’acqua a causa della bocca di Santa Giulia che è completamente interrata. A questo bisogna aggiungere una temperatura anomala per il periodo e la troppa salinità per la mancanza di piogge che vanno a discapito dei nostri allevamenti.

La Cozza DOP è in ritardo notevole rispetto alla tradizione che vuole l’inizio della raccolta ad aprile, quando in questo 2022 è iniziata a giugno. A tutto questo dobbiamo sommare la questione delle alghe. Siamo davvero molto, molto preoccupati” rimarca Marchesini.

Per quanto riguarda la situazione alghe il Consorzio ha già attivato alcune squadre di pescatori per procedere con la consueta raccolta a mano tramite ceste, ma tenendo conto della gravità e del proliferare di queste grandi piante fotosintetiche acquatiche nelle lagune si è già provveduto a contattare un’azienda specializzata che nei prossimi giorni scenderà per ripulire le zone interessate con un apposito macchinario.

Problemi di interramento, innalzamento della salinità e presenza di macroalghe interessano tutte le lagune del Delta: grosse problematiche sono state registrate nella Laguna del Barbamarco a Pila, così come nel Canarin.



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