martedì 17 ottobre 2017

(M5S)BARTELLE,SUMAN, GENNARO E VERNELLI SONO PER IL NO AL REFERENDUM

La posizione del Movimento 5 stelle di Rovigo riguardo al referendum consultivo del 22 ottobre prossimo è contraria. Ci chiediamo: gli stessi governanti del Mose, dei PFAS, delle Banche venete, della Pedemontana, degli Ospedali costruiti in projet financing ecc. ecc. sono così “virtuosi” da meritare una maggiore delega in campo amministrativo?
Il Referendum è uno strumento di democrazia diretta che ci piace, va difeso e, in prospettiva, addirittura potenziato. Noi crediamo in un’autonomia che serva le comunità locali, che permetta ai cittadini di poter determinare più direttamente i servizi e le priorità del governo nel proprio territorio. Crediamo che i cittadini del Veneto abbiano tutto il diritto di vedersi riconosciute tali forme di autonomia. Tutto ciò però non riguarda questo referendum, bensì il contenuto delle trattative tra governo e Regione: una strada mai percorsa, lo ribadiamo, da chi ha amministrato il Veneto dal 2001 ad oggi.
Le Giunte regionali a guida leghista di Lombardia e Veneto spenderanno quasi 50 milioni di euro per il Referendum del 22 ottobre, un abile escamotage per distrarre i cittadini dal malgoverno di queste due Regioni che ormai trova quotidiane conferme.
Vorrebbero farci credere che si andrà a votare per l’autonomia fiscale, per diventare come Trento e Bolzano, per l’indipendenza del Veneto. La verità è che un referendum consultivo non può portare alcuna indipendenza politica. La verità è che un referendum consultivo non può farci ottenere alcuna autonomia fiscale. La verità è questo referendum consultivo non cambierà assolutamente niente per i veneti. Fatta eccezione per i 14 milioni di euro ( più alcuni milioni per la pubblicità) buttati dalla finestra, dato che, come tutti sanno, le Regioni possono trattare direttamente con lo Stato maggiori poteri, come consente la Costituzione, senza alcun bisogno di un inutile referendum consultivo.
Una grande “arma di distrazione di massa” , una mossa elettorale a spese di noi contribuenti. I partiti che da due decenni ci governano dai palazzi veneziani, Lega e Forza Italia, non hanno mosso un dito per l’autonomia del Veneto nemmeno quando erano al governo del Paese, nonostante ad ogni elezione questa promessa fosse nei loro programmi, perché il vero scopo di questa consultazione non è l’autonomia: è dare un ulteriore assegno in bianco ad una classe dirigente che governa ininterrottamente il Veneto da ventidue anni.
Ci raccontano di una Regione “virtuosa” e di uno Stato “sprecone”.
Ngli ultimi 20 anni la nostra Regione ha perso continuamente posti nell’economia globale. Venti anni di sprechi, di mala gestione, di una gestione pubblica a vantaggio di pochi e non dei cittadini “normali”, di dissento ambientale e di deturpazione del paesaggio.
Una Regione che ha accumulato debiti colossali a danno della spesa sanitaria e per il sociale, sotto i colpi di disastrosi “project financing” , dalle autostrade ai nuovi ospedali costruiti e gestiti dai “soliti noti” , ma pagati dalla Regione, finiti in molteplici inchieste. Per non parlare del disastro ambientale ed economico delle autostrade Pedemontana lombarda e veneta , della BreBeMi, della Valdastico , che peseranno per generazioni sulle spalle dei veneti. E non dimentichiamo lo scandalo del Mose, la più grande tangente delle storia repubblicana, oltre un miliardo di euro di soldi passati nella maggior parte , in varie forme, a politici e dirigenti veneti.
Non dimentichiamoci poi del più vasto inquinamento ambientale costituito dai PFAS , che tocca ben 4 province e centinaia di migliaia di abitanti, mentre Zaia – che non aveva mai dato ascolto agli allarmi lanciati da comitati e associazioni – afferma falsamente che i limiti regionali sono i più bassi del mondo.
Paghiamo e continueremo a pagare cara la loro assoluta incapacità di fronte alla vicenda delle banche popolari: Zaia & C. non solo hanno permesso che per decenni la finanza veneta – su cui avevano il dovere di sorvegliare – venisse taglieggiata dalle “gang bank”, spesso di nomina politica, ma pure sono riusciti a non far niente per impedire che una multinazionale
come Banca Intesa si mangiasse quello di buono che ne rimaneva, lasciando i debiti allo Stato e nella disperazione migliaia di clienti, cittadini e piccole imprese.
Insomma, la classe dirigente regionale è in piena bancarotta, morale e politica. E così, con un finto referendum su una finta autonomia, cercano di distrarci dai disastri e dagli sperperi compiuti dalle giunte regionali , quasi che fossero colpa dello Stato centrale.
“Prima i veneti”, dicevano. Bene: questa volta lo diciamo noi, perché non siamo contro l’autonomia. Al contrario, perché ne vogliamo una vera: che vada a vantaggio delle popolazioni, dei Comuni, non del neo-centralismo della Giunta regionale di Zaia, non dei politicanti e dei loro amici annidati nei centri di potere del tutto opachi delle Società regionali, delle Partecipate, delle Imprese in cui si intrecciano politica ed affari.
Questa consultazione non sarà un momento di espressione democratica del popolo sovrano come lo furono, ad esempio , i referendum sui beni comuni del 2011 (per l’acqua pubblica ed il no al nucleare) o quello sulla riforma della Costituzione. Questo è un plebiscito che servirà solo ad alimentare il potere di chi ci comanda. E in un plebiscito quello che conta non è la percentuale dei Sì o dei No: quello che conta è solo quanta gente andrà effettivamente a votare dando un mandato in bianco a Zaia e Maroni.   
Per il Movimento 5 stelle di Rovigo e Provincia
consiglieri e attivisti della provincia di Rovigo
Patrizia Bartelle, Francesco Gennaro, Elena Suman, Ivaldo Vernelli

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