E’ stata inaugurata oggi pomeriggio, presso la sede centrale di AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) alla presenza di numerose Autorità e della stampa, la mostra “Il Po e l’isola che non c’è più: ingegneri idraulici, traversanti e pennelli tra Sacca di Colorno e Casalmaggiore”, organizzata da AIPo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, all’interno della sua sede principale, lo storico “Palazzo delle Acque” di Strada Garibaldi 75, a Parma. Ad presiedere la cerimonia il Direttore di AIPo, ing. Luigi Mille.
La mostra sarà aperta al pubblico a partire da martedì 10 maggio fino al 1° giugno 2022, su prenotazione (info in calce al comunicato).
Utilizzando una sala normalmente utilizzata per lavoro e appositamente allestita per l’occasione – la “sala ottagonale”, posta al terzo piano - e una parte dei corridoi, si potranno ammirare fedeli e preziose riproduzioni di documenti e mappe conservati negli archivi storici e nel patrimonio cartografico di AIPo, che narrano, grazie a puntuali diddascalie, la trasformazione fisica ma anche politica dei territori del Po; si potrà inoltre “camminare” su una mappa di un tratto del Po allestita sul pavimento. Nello specifico l’attenzione è sul tratto tra Sacca di Colorno e Casalmaggiore ove appunto fino all’800 sorgeva un’isola, l’Isola Moreni, che non c’è più, o, per meglio dire, che oggi non è più un’isola. Un video in continuo contribuisce a un’ulteriore comprensione della vicenda.
La storia di Isola Moreni, detta anche Moreni grande, è un intreccio di vicissitudini politiche ed economiche ma anche idrauliche. Grazie alle testimonianze pervenute a noi da parte dell’ingegnere Giovanni Antonio Tadini, che nel settembre del 1804 ispeziona il Po tra Martignana e Casalmaggiore in qualità di inviato del Ministero dell’Interno della napoleonica Repubblica Italiana, possiamo ricostruire le vicende intorno all’isola, nonché le storie di personaggi dalla fine del Settecento a inizio Ottocento.
Dai carteggi, da relazioni tecniche, carte geografiche, leggi e opere stampate emerge che l’isola fu contesa tra il Ducato di Parma e il Regno Lombardo Veneto ed affiora il racconto di una sorta di “battaglia” portata avanti attraverso numerose opere idrauliche, realizzate su entrambe le sponde del Grande Fiume, al fine di difendere i territori lungo il Po dalle alluvioni.
L’ingegner Giovanni Antonio Tadini (1754-1830) divenne ispettore generale del Corpo degli Ingegneri di Acque e strade e la sua figura è stata al centro di due precedenti mostre organizzate nel suo paese di origine, Romano di Lombardia (BG), che, grazie alla collaborazione e legami con l’Agenzia, creati negli anni, patrocina la mostra in AIPo assieme al Comune di Parma, che ne ha anche riconosciuto il legame con le iniziative di Parma capitale della cultura 2020 + 21, poiché la mostra avrebbe dovuto svolgersi in quel periodo ma è stata rinviata al 2022 causa pandemia.
La visita alla mostra può inoltre rappresentare un’occasione per molti cittadini per entrare all’interno l’ormai “storico” palazzo di barriera Garibaldi – sulla cui facciata campeggia ancora l’iscrizione “Magistrato per il Po – Genio Civile” - che in tantissimi conoscono solo dall’esterno e che conserva
ancora molte caratteristiche tipiche di un edificio pubblico degli anni ’50, oltre a prestigiose carte fluviali ottocentesche appese lungo i suoi corridoi.
APERTURE E ORARI
L’apertura al pubblico sarà da martedì 10 maggio al 1 giugno 2022, con prenotazione obbligatoria, nei seguenti giorni e orari: martedì, giovedì e venerdì, dalle 14 alle 17.30, il mercoledì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30 (chiusura il lunedì).
E’ possibile richiedere visite guidate per singoli o gruppi nei seguenti turni: il mercoledì alle 10.00, 11.15, 14.00, 15.15, 16.30.
Le scuole possono invece concordare le visite con guida anche nelle mattine di martedì, giovedì e venerdì.
Prenotazioni e info da lunedì a venerdì dalle 9 alle 17: alberto.borghi@agenziapo.it, tel. 0521.797327 – 348.7336062; sandro.campanini@agenziapo.it – 0521.797280 – 347.1707496.
Si ricorda che saranno applicate le norme vigenti in quel periodo in materia di sicurezza e contenimento della diffusione del Covid-19.
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