venerdì 4 febbraio 2022

DAVIDE BENAZZO COMMENTA LA SITUAZIONE SULLA SANITÀ POLESANA

Sanità Polesana, situazione che ci lascia disarmati. Ci viene segnalata l’assenza di reali riferimenti nell’organizzazione. Personale ormai allo stremo. Riceviamo sempre più richieste di soccorso che arrivano, in particolare, dagli operatori sanitari. Infermieri, OSS, Ostetriche gridano aiuto. Crisi d’ansia e crolli psicologici si moltiplicano seguendo il ritmo dei contagi da Covid. ULSS senza reali risposte. Questa amministrazione, in continuità con la precedente, risulta essere molto più interessata agli obiettivi regionali finalizzati all’apparire, come se il principale obiettivo sanitario di questo territorio sia arrivare per primi e risultare migliori delle altre regioni e degli altri territori. Quindi rincorsa verso le attività vaccinali e dei tamponi. Prestazioni assolutamente essenziali per la battaglia contro il Covid che hanno, però, distolto completamente l’attenzione dalla realtà dei servizi. ULSS reticente nelle risposte. Decine e decine di nostre richieste rimangono inevase e ad oggi non abbiamo ancora dati riferiti al numero di dipendenti sospesi e contagiati mentre leggiamo nei comunicati ULSS i dati sempre aggiornati riferiti a tutte le altre strutture del territorio. ULSS che risponde esclusivamente attraverso proclami diretti alla cittadinanza dove si sbandierano assunzioni in corso sapendo bene che è mancata in maniera assoluta la programmazione e adesso risulta impossibile trovare operatori sanitari da assumere! Fumo negli occhi. Chiaro, persino palese tentativo di tenere bassa la tensione per evitare rivolte tra i dipendenti. In realtà, senza contare sospesi e assenti per Covid nelle corsie mancano almeno 100 operatori. ULSS che giustamente si preoccupa del fatto che i pazienti non vengano trascurati peccato che ancora una volta scarichi pubblicamente la colpa verso i propri dipendenti! vedi ultimo caso segnalato in Pronto Soccorso. Pronto Soccorso assolutamente inadeguato rispetto alla logistica e al numero elevato degli accessi. Inadeguatezze limitate grazie all’enorme attività svolta dagli operatori che in quegli spazi ci lavorano tutti i giorni con immensa professionalità e sacrificio. Operatori che con la loro abnegazione hanno ridotto al minimo il grave problema di assenza di spazi adeguati. Criticità diventata enorme con le complicazioni legate ai percorsi Covid.

Frenesia, assenza di coraggio, di lungimiranza, di progettazione e programmazione hanno reso ordinarie situazioni paradossali con indicazioni confuse prese all’ultimo momento e molto spesso cambiate nell’arco della stessa giornata. Direzione delle Professioni Sanitarie e Tecniche, unità operativa complessa strategica, mente e cuore pulsante della assistenza ospedaliera e del territorio da oltre un anno senza Direttore e con tre posti vacanti da Dirigente, evidenzia il significato di poco interesse per il nostro territorio. Dopo due anni di Covid stiamo ancora parlando di emergenza. Il problema è serio e reale ma se a distanza di due anni dal primo caso in Italia, in Sanità, si continua a parlare ancora di emergenza significa che nulla è stato fatto per mettere in sicurezza l’assistenza sanitaria e gli stessi operatori. Basta nascondersi dietro a questo termine. L’EMERGENZA vera sta nelle stanze dei bottoni. Chi ha la possibilità di decidere non fa altro che seguire il concetto del “sarà l’ultima ondata e poi tutto ritornerà alla normalità”! Nel frattempo, siamo arrivati alla quarta ondata con condizioni di lavoro disumane e il personale stremato sta seriamente pensando al licenziamento! Segnali inequivocabili arrivano tutti i giorni.




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