DAVIDE BENAZZO COMMENTA LA SITUAZIONE SULLA SANITÀ POLESANA
Sanità Polesana, situazione che ci lascia disarmati. Ci viene
segnalata l’assenza di reali riferimenti nell’organizzazione.
Personale ormai allo stremo. Riceviamo sempre più richieste di
soccorso che arrivano, in particolare, dagli operatori sanitari.
Infermieri, OSS, Ostetriche gridano aiuto. Crisi d’ansia e crolli
psicologici si moltiplicano seguendo il ritmo dei contagi da Covid.
ULSS senza reali risposte. Questa amministrazione, in continuità con
la precedente, risulta essere molto più interessata agli obiettivi
regionali finalizzati all’apparire, come se il principale obiettivo
sanitario di questo territorio sia arrivare per primi e risultare
migliori delle altre regioni e degli altri territori. Quindi rincorsa
verso le attività vaccinali e dei tamponi. Prestazioni
assolutamente essenziali per labattagliacontroilCovidche hanno, però, distolto
completamente l’attenzione dalla realtà dei servizi. ULSS
reticente nelle risposte. Decine e decine di nostre richieste
rimangono inevase e ad oggi non abbiamo ancora dati riferiti al
numero di dipendenti sospesi e contagiati mentre leggiamo nei
comunicati ULSS i dati sempre aggiornati riferiti a tutte le altre
strutture del territorio. ULSS che risponde esclusivamente attraverso
proclami diretti alla cittadinanza dove si sbandierano assunzioni in
corso sapendo bene che è mancata in maniera assoluta la
programmazione e adesso risulta impossibile trovare operatori
sanitari da assumere! Fumo negli occhi. Chiaro, persino palese
tentativo di tenere bassa la tensione per evitare rivolte tra i
dipendenti. In realtà, senza contare sospesi e assenti per Covid
nelle corsie mancano almeno 100 operatori. ULSS che giustamente si
preoccupa del fatto che i pazienti non vengano trascurati peccato che
ancora una volta scarichi pubblicamente la colpa verso i propri
dipendenti! vedi ultimo caso segnalato in Pronto Soccorso. Pronto
Soccorso assolutamente inadeguato rispetto alla logistica e al numero
elevato degli accessi. Inadeguatezze limitate grazie all’enorme
attività svolta dagli operatori che in quegli spazi ci lavorano
tutti i giorni con immensa professionalità e sacrificio. Operatori
che con la loro abnegazione hanno ridotto al minimo il grave problema
di assenza di spazi adeguati. Criticità diventata enorme con le
complicazioni legate ai percorsi Covid.
Frenesia, assenza di coraggio, di lungimiranza, di progettazione e
programmazione hanno reso ordinarie situazioni paradossali con
indicazioni confuse prese all’ultimo momento e molto spesso
cambiate nell’arco della stessa giornata. Direzione delle
Professioni Sanitarie e Tecniche, unitàoperativa
complessa strategica, mente e cuore pulsante della assistenza
ospedaliera e del territorio da oltre un anno senza Direttore e con
tre posti vacanti da Dirigente, evidenzia il significato di poco
interesse per il nostro territorio. Dopo due anni di Covid stiamo
ancora parlando di emergenza. Il problema è serio e reale ma se a
distanza di due anni dal primo caso in Italia, in Sanità, si
continua a parlare ancora di emergenza significa che nulla è stato
fatto per mettere in sicurezza l’assistenza sanitaria e gli stessi
operatori. Basta nascondersi dietro a questo termine. L’EMERGENZA
vera sta nelle stanze dei bottoni. Chi ha la possibilità di decidere
non fa altro che seguire il concetto del “saràl’ultima
ondata e poi tutto ritornerà alla normalità”! Nel frattempo,
siamo arrivati alla quarta ondata con condizioni di lavoro disumane e
il personale stremato sta seriamente pensando al licenziamento!
Segnali inequivocabili arrivano tutti i giorni.
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