AREA
MARINA PROTETTA NELL’ALTO ADRIATICO, CORAZZARI: “NESSUNO PENSI DI
POTER DISTRUGGERE L’ECONOMIA DELLA PESCA”
“Nessuno
nega che un’azione di tutela dei delfini e delle tartarughe vada
prevista e attuata, ma questa deve assolutamente essere compatibile
con il mantenimento delle attività di pesca e acquacoltura lungo le
nostre coste. Se qualche tecnico di Bruxelles e di Roma pensa di
poter cancellare con un colpo di spugna un’economia vitale per i
nostri territori, sappia che noi non glielo permetteremo”.
È
perentoria la risposta dell’assessore al territorio della Regione
del Veneto, Cristiano Corazzari, alla paventata ipotesi di
istituzione di una vasta area marina protetta SIC -
ZPS (Sito di Importanza Comunitaria e Zona a Protezione Speciale),
lungo le coste di Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia per
la tutela delle specie tursiope e tartaruga marina.
“Insieme
al collega assessore alla pesca, Giuseppe Pan – prosegue Corazzari
–, siamo impegnati dal settembre 2017 a spiegare ai tecnici del
Ministero dell’Ambiente che una soluzione del genere è
impraticabile, in quanto avrebbe un impatto devastante sulle attività
professionali di pesca e di acquacoltura, costringendo, per di più,
le Regioni a un’azione di monitoraggio e di sorveglianza dai costi
insostenibili. All’inizio di questa settimana si è svolto a Mestre
un vertice
interregionale tra Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna,
presente il sottosegretario
alla pesca,
Franco Manzato, nel corso del quale è stato ribadito che un
provvedimento come quello ipotizzato decreterebbe la fine del
comparto ittico e
la scomparsa delle marinerie interessate. Inoltre, proprio ieri, una
delegazione guidata dal sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli, che
è anche presidente del Gruppo d’Azione Costiera, ha potuto
ribadire direttamente al sottosegretario Manzato le forti
preoccupazioni non solo delle aziende del settore e degli addetti ai
lavori ma di tutta la comunità polesana”.
“Il
sottosegretario Manzato, nostro corregionale, si sta già attivando
per un confronto con i tecnici del Ministero dell’Ambiente –
conclude Corazzari – e confidiamo molto sulla sua conoscenza del
problema e sulla sua disponibilità ad affrontare anche un altro tema
importante come quello della vivificazione delle lagune, al fine
di assicurare la continuità e lo sviluppo del settore ittico che nel
Basso Polesine impiega più di 1.400 persone”.
Nessun commento:
Posta un commento