martedì 2 ottobre 2018

FERROVIA ROVIGO-CHIOGGIA, IERI POMERIGGIO L'ENNESIMO CALVARIO: PENDOLARI VESSATI ED ESASPERATI DA INCENDI, RITARDI, DISORGANIZZAZIONE

Non accennano a terminare i disagi e le prostrazioni a cui la linea ferroviaria Chioggia-Rovigo abitua ormai da tempo i propri utenti. Anzi, se possibile, gli imprevisti peggiorano di volta in volta: ieri pomeriggio il convoglio delle 17.15 in partenza dal capoluogo polesano ha subìto un incendio fra Lama e Baricetta, con il macchinista che ha dato l’allarme e il tempestivo intervento dei vigili del fuoco a mettere in sicurezza cose e persone. Da quel momento è iniziata la via crucis dei pendolari che stavano tornando in laguna: una volta fermi a Lama, scontando l’operatività di una sola rotaia e quindi il transito di un treno per volta, trascorrono venti minuti quando il capotreno annuncia il ritorno a Rovigo, che comunque non avviene prima di un’altra mezz’ora.
Appare evidente ai poveri passeggeri che il calendario pomeridiano della tratta è fortemente compromesso. Dopo ben un’ora e 15 minuti fermi a Lama Polesine, le carrozze muovono verso il capoluogo alle 18.40; nel frattempo, per sostituire il treno delle 18.15 in direzione Chioggia, Sistemi Territoriali ha istituito una corsa bus sostitutiva che ha effettuato tutte le fermate del treno a raccogliere le persone, terminando il giro proprio a Rovigo dove erano in attesa, appunto, i passeggeri dell’ora precedente, che sarebbero dovuti già essere a Chioggia da un pezzo. Ma anche una volta saliti in corriera, questi ultimi si accorgono di essere fermi: l’attesa ulteriore era dovuta alla coincidenza con varie corse in transito da Rovigo, di modo da riuscire a portare a casa tutti.
Alle 19.15, con l’autobus stracolmo, il mezzo pare muoversi: senonché la direzione decide di appiedare gli utenti diretti a Ceregnano e a Lama, in concomitanza all’arrivo di un altro pullman là destinato. Finalmente alle 19.25 la corriera della speranza viaggia verso Chioggia, dove è arrivata attorno alle 21, con i passeggeri imbufaliti perché Sistemi Territoriali ha collazionato in un solo bus la capienza di tre corse ferroviarie consecutive: nei network sale l’inerme protesta, che punta il dito sulla dubbia capacità aziendale di risolvere i problemi senza crearne di ulteriori.

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