Adria - Le consigliere pentastellate Patrizia Bartelle e Cristina Caniato intervengono in merito alla tanto discussa situazione della casa di riposo di Adria, analizzando nei particolari la lettera d’intenti firmata dal Sindaco del Comune di Adria, dalla Presidente del Consiglio Amministrazione del Centro Servizi Anziani di Adria e dal Commissario straordinario ATER, attraverso la quale vogliono “riorganizzare le attività di assistenza socio sanitaria e di edilizia sociale”.
Dai documenti di evince che:
· le strutture del centro finalizzate all’assistenza delle persone anziane non autosufficienti non sono adeguate agli standard regionali e l’attività viene attualmente svolta in virtù di apposita deroga perciò le stesse devono essere rinnovate;
· che il complesso è “sprovvisto del certificato di prevenzione incendi, privo di alcuni impianti essenziali (raffrescamento) e con altri assai vetusti e bisognosi di radicali interventi di manutenzione)”;
· che è intenzione di erigere una nuova struttura nell’area individuata nel Comune di Adria e segnatamente quella antistante il centro commerciale “Il Porto” in proprietà all’ATER.
Per la realizzazione dell’intervento sono necessari circa 13 milioni di euro tra le cui fonti di finanziamento vengono individuate, in particolare, due voci: l’assegnazione ex fondo di rotazione (DGRV 2517/2011 art. 8 LR 7/2011 – 25 anni) per euro 5 milioni; l’assegnazione (ex fondo di rotazione DGRV 2561/2009 art. 36 LR 1/2004 (residuo) 15 anni )per euro 1,5 milioni.
Dall’analisi di tale ultima voce di finanziamento (assegnazione ex fondo di rotazione DGRV 2561/2009 art. 36 L.R. 1/2004 (residuo) si ricava che:
nel 2009 la Regione Veneto ha stanziato in favore di CSA la somma di euro 1,9 milioni per consentire l’adeguamento alla normativa di prevenzione incendi;
oggi, otto anni più tardi, nonostante siano stati spesi euro 400.000,00, tale adeguamento non è stato realizzato tanto che il complesso è “sprovvisto del certificato di prevenzione incendi”.
Per tutti questi motivi le consigliere pentastellate interrogano le rispettive giunte, regionale e adriese, chiedendo:
· sulla base di quale criterio la somma di euro 1,5 milioni di cui alla DGRV 2561/2009 art. 36 L.R. 1/2004, originariamente destinata all’adeguamento alla normativa di prevenzione incendi, può essere ora destinata alla realizzazione di una struttura ex novo?
· In che modo è stata utilizzata, nel dettaglio, la somma di euro 400.000 euro che oggi risulta mancante dal totale di euro 1,9 milioni di cui alla DGRV 2561/2009 art. 36 L.R. 1/2004. Inoltre, perché non è stato speso tutto il contributo regionale di 1.900.000 euro;
· E’possibile utilizzare oggi, con sei anni di ritardo, i 5 milioni di euro stanziati dalla Regione con la DGRV 2517/2011 art. 8 L.R. 7/2011?
«Basta guardare il piano economico finanziario per notare che l’operazione non sta in piedi - puntualizza la consigliera comunale Cristina Caniato -.
Il margine operativo evidenzia un 28% in meno del costo del personale che non diminuirà nelle sue unità. Questo significa che a parità del numero di dipendenti, questi dovranno lavorare nelle due sedi, possiamo quindi immaginare in che condizioni saranno ridotti a lavorare.
La cosa che ha dell’incredibile - incalza la consigliera comunale Caniato - è che si ipotizza una spesa costante nei prossimi dieci anni per le materie prime, sussidiarie e di consumo in barba anche alla semplice applicazione del tasso minimo legato all’inflazione. Infatti se fosse applicato nella misura dell’1% annuo i numeri accuserebbero una non poco significativa tendenza al ribasso degli utili.
O forse si intende perpetrare risparmi anche sulle materie prime come purtroppo già da mesi sta accadendo in struttura».
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