La consigliera regionale pentastellata Patrizia Bartelle, sostiene che l’approvazione della mozione Berlato/Barison, da parte del consiglio regionale, per il completamento dell’anno scolastico dei minori non ancora vaccinati, incida sulle famiglie e sulle scuole solo a livello economico, e non a livello formativo ed educativo" Una deduzione basata sui contenuti della mozione presentata da Berlato/Barison, in cui si legge:
“l’eventuale interruzione della frequenza in corso d’anno creerebbe problemi di gestione familiare in particolare in quei nuclei dove entrambi i genitori lavorano e che sarebbero costretti a tenere i figli a casa; le scuole d’infanzia perderebbero l’introito delle rette di frequenza fino a fine anno comportando negative ricadute economiche per i bilanci già ristretti delle scuole che devono garantire comunque il servizio”
“ Stiamo parlando dello stesso consigliere di Fratelli D’Italia- An che nel dicembre 2016 propose una mozione per impegnare la giunta Zaia a rendere obbligatorie le vaccinazioni-puntualizza la Bartelle-”
“Insomma, una vera e propria scena da film dell’altro mondo e ai confini del paradosso, quella accaduta martedì in consiglio regionale durante la trattazione delle mozioni proposte da Berlato/Barison e la mia “evidenzia la consigliera pentastellata Patrizia Bartelle. “Primo, perché è stata volutamente anteposta quella di Berlato/Barison rispetto alla mia mozione, nonostante l’avessi protocollata per prima. Secondo, perché nella premessa della mia mozione , respinta in seconda battuta dal consiglio regionale, spiccava l’azione del M5S a beneficio del benessere dei bambini e del loro diritto all'istruzione. Ricordiamoci che la scuola dell'infanzia è il primo segmento del percorso di istruzione di un bambino e fa parte a pieno diritto della formazione ed educazione infantile, come sancito dalla legge vigente (Legge 53 del 28 marzo 2003), diritto calpestato con la legge Lorenzin”.
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