Vignetta ironica |
Mi ci sono voluti due anni per ottenere giustizia, ma alla fine il Consiglio regionale è stato espugnato, e l'accesso ai nominativi dei consiglieri regionali che hanno esercitato l'opzione per l'assegno di fine mandato mi dovrà essere fornito.
Così ha deciso il Consiglio di Stato, a cui ho dovuto fare ricorso, perché il Consiglio regionale del Veneto mi ha pervicacemente e ingiustamente negato quello che la giustizia amministrativa alla fine ha riconosciuto essere un mio diritto elementare: quello di essere informata, per poter svolgere con cognizione di causa il mandato che mi è stato conferito dai cittadini elettori.
Oggi esprimo la mia soddisfazione, perché, come diceva Grillo, bisogna aprire le istituzioni come scatolette di tonno ed io ci sono riuscita nonostante il mio diritto di consigliera regionale sia stato ostinatamente violato in tutti i modi, prima dal dirigente competente, poi dal presidente del consiglio regionale, indotto in errore dai suoi collaboratori, dal Garante regionale dei diritti della persona e infine dal T.A.R. Veneto, la cui sentenza è stata completamente rovesciata, da un giudice neutrale.
La mia attività politica in questi due anni ne è risultata fortemente condizionata e la responsabilità è solo in capo alla maggioranza politica imperante in Regione, che ha dimostrato di non conoscere - e di non riconoscere - i diritti della minoranza.
La democrazia nasce dal confronto dialettico fra maggioranza e minoranza, cui spetta il controllo politico-amministrativo sull'attività della maggioranza.
E' triste, però, che si debba far ricorso ai giudici per veder riconosciuti i propri diritti.
https://www.giustizia-amminist
Nessun commento:
Posta un commento