FLAG GAC CHIOGGIA E DELTA DEL PO: COMPLETAMENTO DELLA “RETE NATURA 2000” IN MARE ALTO ADRIATICO
Nota dei Comuni costieri di Porto
Tolle, Porto Viro, Rosolina e Chioggia
La Direttiva europea “Rete Natura 2000”,
per l’alto mare Adriatico rivolge
l’attenzione in particolare ai luoghi in cui si è individuata la presenza di
delfini, specie tursiope (Tursiopstruncatus) e tartarughe marine (Caretta
caretta).
Il Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare di recente ha affidato all’Ispra uno studio per individuare l’area del Sito
di Interesse Comunitario (SIC), che rientra nell’ambito di competenza e
azione del FLAG GAC Chioggia e Delta del Po, di cui fanno parte i Comuni di Porto Tolle, Porto Viro,
Rosolina e Chioggia.
Spiegano
i quattro sindaci di: Porto Tolle Roberto Pizzoli, di Porto Viro Maura
Veronese, di Rosolina Franco Vitale e di Chioggia Alessandro Ferro. Le nostre amministrazioni esprimono corale preoccupazione in
merito alle attività in corso di svolgimento da parte del Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM). Questa
preoccupazione è motivata soprattutto dal mancato
coinvolgimento dei diversi attori territoriali, pubblici e privati, portatori dei più diversi interessi sullo
spazio acqueo in questione, che risulta caratterizzato da notevoli
conflitti e da complesse dinamiche naturali e antropiche fortemente
condizionanti.
Chiediamo che questo studio sia condotto secondo principi di integrazione, partecipazione e co-pianificazione
con i territori alla scala locale, soprattutto in merito alla definizione di eventuali ambiti di tutela e
protezione dell’ambiente marino, ammesso che ne sia riconosciuta la necessità.
La stessa Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso
il mantenimento di un equilibrio tra
attività antropiche e natura. Le attività di pesca, nel nostro caso, vanno
tutelate, nel rispetto della fauna da salvaguardare come delfini e tartarughe.
Le nostre amministrazioni, inoltre, evidenziano
che il territorio è interessato da diverse progettualità
di carattere partecipativo, costruite con le comunità locali nell’ambito di
diversi progetti di Cooperazione Territoriale Europea, che prevedono
l’attuazione delle politiche comunitarie e nazionali in materia di Gestione
Integrata delle Zone Costiere e Strategia Marittima. La ricognizione di tali progettualità, nonché degli esiti delle
rispettive fasi di concertazione con gli attori territoriali e la
capitalizzazione delle buone pratiche emerse, potrebbero costituire base e patrimonio comune su cui avviare la
discussione anche per il completamento
della “Rete Natura 2000” in oggetto.
Si esprime infine l’opportunità di uscire da logiche di
tutela rigidamente imposte dall’alto e la volontà,
nonché l’impegno, a trovare con il territorio le forme “più
sostenibili” per la tutela e la protezione dell’ambiente marino dell’Alto
Adriatico, secondo l’interesse e gli obiettivi che appartengono a tutti. A
tal proposito, i Sindaci si sono attivati nell’ambito delle Azioni FEAMP
previste dal FLAG e di concerto con la Regione del Veneto, per ipotizzare
possibili criteri e forme di individuazione degli ambiti di tutela e protezione
dell’ambiente marino alla luce e in recepimento della normativa comunitaria,
nazionale e regionale vigente.
Si ricorda che: «“Rete Natura 2000” è
il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione
della biodiversità. Si tratta di una
rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi
della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a
lungo termine degli habitat naturali
e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. “Rete
Natura 2000” è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati
dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che
vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e
comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della
Direttiva 2009/147/CE». Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare (MATTM).
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