Il
Ministero della Salute, attraverso il “Comitato
Percorso Nascita Nazionale” ha
deciso di chiudere i punti nascita degli ospedali di Adria e
Trecenta, perchè operano al di sotto della soglia di 500 parti
annui.
“Questa
soglia era stata stabilita dall'allora ministro Lorenzin – afferma
il consigliere comunale della Lega Michele Capanna, che è anche
medico - perchè si riteneva che con un volume di casistica basso non
si sarebbe potuto mantenere un livello di competenza e sicurezza tale
da affrontare condizioni complesse e situazioni di emergenza. Il
presidente Zaia aveva però chiesto una deroga per i punti nascita
veneti interessati dal provvedimento, in considerazione delle
peculiarità del nostro territorio ma questa è stata concessa solo
per alcune realtà, con penalizzazione del Polesine. "
“Il
Governo deve considerare le peculiarità del nostro territorio Basso
Polesano – aggiunge l'assessore comunale Diego Crivellari - con
grandi distanze da coprire per chi proviene, ad esempio, dal comune
di Porto Tolle e tenere conto dell’aumento del numero di utenti
che durante l’estate frequentano le località balneari della nostra
fascia costiera”.
Il
segretario della sezione Lega di Porto Viro Marino Tessarin afferma
che “i nostri assessori regionali Coletto e Corazzari, coadiuvati
dalla deputata Antonietta Giacometti, hanno intrapreso un dialogo con
il Ministero della Salute per chiedere di rivedere
le proprie posizioni e mantenere
i punti nascita di Adria e Trecenta, in quanto presidi irrinunciabili
che rispondono efficacemente ai reali bisogni di un territorio avente
caratteristiche geografiche di disagio per i pazienti. Fa sorridere
che il Partito democratico adriese attacchi la Giunta Zaia sulla
questione ma è evidente che la Regione non ha alcuna responsabilità
perchè la decisione è stata presa dal precedente Governo Renzi, a
trazione PD”.
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