Martedì 10 Luglio la quinta commissione del Consiglio Regionale ha approvato il PDA 62(Proposta di deliberazione amministrativa),ossia il Piano Regionale di Coordinamento per la Realizzazione dei Crematori, in base al quale gli impianti in Veneto, passeranno dagli attuali 7 a 13+1: 3 in provincia di Venezia, 2 in quelle di Padova, Treviso, Vicenza e Verona e 1 in quelle di Rovigo e Belluno.
“Il 14esimo impianto crematorio previsto a Portogruaro è stato proposto (come terzo impianto del territorio veneziano) attraverso l’ emendamento stilato dal consigliere regionale Fabiano Barbisan e approvato dalla maggioranza nella seduta della quinta commissione del 10 Aprile 2018 .Una posizione oltremodo controversa la sua, visto che nel suo comune di residenza, il 12 Aprile 2018, in consiglio comunale, alla proposta di un nuovo impianto crematorio, vi è stata una forte presa di posizione contraria, da parte dei suoi concittadini, con tanto di votazione di un documento,in considerazione della vicinanza dei forni crematori di Marghera, Treviso, Cervignano del Friuli, Udine e Conegliano.Un vero e proprio Tempio crematorio”.
“Autorizzare la costruzione di altri 13+1 impianti crematori, che per motivi etici non vengono chiamati “inceneritori” ma di fatto lo sono, significa incrementare l’inquinamento atmosferico con emissioni di diossine e metalli pesanti come furani e mercurio, secondo i dati forniti dall’Arpav –puntualizza la consigliera regionale penta stellata Patrizia Bartelle- .Nel testo si cita la normativa nazionale, in base alla quale è previsto che i forni crematori vengano realizzati entro i confini cimiteriali, location che molto spesso si trovano all’interno dei paesi o comunque molto vicini alle aree abitate. Questo significa che si vorrebbe partire con la costruzione degli impianti riservandosi solo in seguito, di verificarne il vero impatto ambientale con buona pace della salute dei cittadini e del possibile spreco di denaro per la realizzazione di crematori che potrebbero essere chiusi o soggetti a costosi lavori di adeguamento nel caso di sforamento delle soglie di salvaguardia”.
“Per il prossimo quinquennio –incalza la Bartelle- avrebbe più senso investire su nuovi impianti crematori nelle province dove i numeri lo consentono, realizzando adeguati presidi per le operazioni necessarie per i resti mortali e un impegno migliore per l’aspetto gestionale. Una miglior organizzazione del personale dell’azienda gestore, consentirebbe infatti, una diminuzione dei tempi di attesa per i famigliari che scelgono di cremare un proprio caro defunto”.
“Per tutti questi motivi, nel prossimo consiglio regionale mi batterò –tuona la consigliera- affinchè tutti comprendano l’assoluta necessità di sospendere l’approvazione del Piano in questione, per disciplinare la materia a livello di legge regionale, per poi approvare il Piano alla luce della normativa regionale e non nazionale”.
Nessun commento:
Posta un commento