VENTO, UN "PROGETTO DI TERRITORIO" PER
IL POLESINE
In questi ultimi anni molti polesani hanno
iniziato a prendere confidenza con il progetto VenTo, ovvero con il progetto
della grande ciclovia destinata a collegare Torino a Venezia lungo l'asta del
Po, per oltre seicento chilometri. Oggi, a pochi giorni dalla nuova edizione
del VenTo Bici Tour, che tornerà a promuovere direttamente l'iniziativa anche
in territorio polesano, con l'obiettivo di estendere e rafforzare le relazioni
(non solo istituzionali) con la nostra provincia, appare opportuno provare a
fare il punto della situazione e spiegare ai cittadini i passi in avanti
fondamentali che si sono compiuti in questo periodo.
Il progetto, originariamente concepito dal
professor Paolo Pileri e dal Politecnico di Milano, è entrato finalmente nella
sua fase operativa, seguita alla sottoscrizione del protocollo tra Ministero
delle Infrastrutture e Regioni coinvolte, con la pubblicazione nei mesi scorsi
dei primi bandi di progettazione. Un'opera pubblica di tipo nuovo che
attraverserà quattro Regioni, tredici province e centoventi comuni. La cornice
istituzionale che ha permesso di far crescere concretamente la VenTo e di
vederla finanziata con risorse significative, nelle ultime Leggi di Bilancio
approvate dal Parlamento, è quella Rete nazionale delle ciclovie fortemente
voluta dal ministro Graziano Delrio. Si tratta di un primo investimento di ben
370 milioni di euro previsti per l’intera rete.
Una scelta europea e “rivoluzionaria” per il
nostro Paese, che per la prima volta decide di dotarsi di una rete complessiva
della mobilità sostenibile e interconnessa. La VenTo diventa così, all’interno
di questa programmazione, la prima ciclovia di interesse nazionale e ne viene
riconosciuta pienamente la valenza di infrastruttura. Le potenzialità per il
territorio polesano sono enormi – si pensi, tra le altre cose, ad un’altra
importante direttrice come quella rappresentata dalla Ciclovia Adriatica,
destinata a incrociare la VenTo e che arriverà a collegare la Puglia al nostro
Delta – in termini di flussi turistici intercettabili, di valorizzazione del
territorio e delle sue ricchezze paesaggistiche e ambientali, di crescita di
una nuova economia sostenibile e di occasioni per i più giovani.
Il salto di qualità che il Polesine deve ora
compiere è proprio quello di considerare la VenTo non solo come un percorso
cicloturistico, ma anzitutto come un più articolato “progetto di territorio”,
che nelle intenzioni dei promotori deve cercare di legare insieme mobilità
sostenibile, turismo lento, enogastronomia e tradizioni locali, interazione con
le realtà economiche più tipiche della nostra provincia, verso la costruzione
di una offerta turistica alternativa capace di attirare visitatori da tutta
Europa e di ricalibrare l’immagine turistica (ancora troppo debole e poco
connotata) del nostro territorio, dalla Transpadana ferrarese fino al Delta. In
particolare, una sfida tutta polesana si impone: riuscire ad integrare bici e
vie d’acqua, perché da noi la mobilità sostenibile può finalmente trovare nuove
occasioni di integrazione con la navigazione fluviale lungo il Po e il
Canalbianco.
Le amministrazioni e le istituzioni locali, ai
vari livelli, devono riuscire a coordinarsi efficacemente delineando una
strategia d’insieme e chiamando a raccolta operatori turistici vecchi e nuovi,
categorie e associazioni, mondo economico e società civile. Sara l’occasione
per tenere ancorata alla scala locale la prospettiva di uno sviluppo turistico
che veda al centro l’innovazione e che per la prima volta interessi (e
riunifichi) davvero l’intera provincia.
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