Don Antonio Coluccia, 43 anni, sacerdote vocazionista vive a Roma in un bene confiscato alla mafia alla banda della Magliana.Una location dove Don Antonio, fondatore dell'opera Don Giustino, accoglie ragazzi che si sono macchiati di reati, persone alle quali il sacerdote originario del salento, propone un cammino di rinascita, di cristoterapia.
Nella sua visita in oratorio a Porto Viro, il giovane sacerdote ha incontrato in due turni diversi, i bambini e ragazzi dai 9 ai 13 anni, oltre ai loro giovani animatori, per parlare dell'importanza del ruolo delle istituzioni, delle regole , ma anche di mafia, di droga e di comportamenti che rendono i giovani, dei buoni cittadini di domani. "Parlo di legalità e territorio che è lo slogan anche di questa edizione dell'animazione estiva -spiega don Antonio"la Chiesa come casa per molti perché è madre per tutti". Una logica di Gesù,una logica inclusiva non esclusiva, ma una logica per tutti, che abbraccia l'uomo e non lo discrimina,ma lo accoglie così come è .
"L'insegnamento di Don Bosco è attualissimo ancora oggi-spiega don Antonio-perché lui diceva che l'educazione è un fatto di cuore e i giovani rappresentano la speranza e per questo bisognerebbe investire un po' di più su di loro. I giovani hanno bisogno di progetti, di essere valorizzati e di prendere il largo, come ci dice Gesù. Una cosa che diceva sempre don Bosco era "prima onesti cittadini e poi buoni cristiani".
"Vivere sotto scorta significa essere limitato nella libertà per una motivazione di libertà -spiega Don Antonio-Sì, c'è il limite ma si è ancora più liberi perché io sto continuando a girare l'Italia per poter portare un messaggio di speranza .Quello che diceva sant'Agostino-testimoniare la speranza. Una speranza che ha due figli: l'indignazione e il coraggio. Il coraggio che appartiene a tutti i cittadini e che appartiene a tutti i battezzati. Una profezia che si prefigge di professare il vangelo che libera, che non incatena ma che è fonte di vita. Un messaggio quindi di cittadinanza attiva e di partecipazione e impegno sociale". Nel pomeriggio, dopo un giro nel territorio del Delta, i volontari del comitato della croce di Cavarzere hanno riaccompagnato Don Antonio al centro salesiano di via Mazzini, dove ha celebrato l'eucarestia e dove è stato omaggiato di un calice realizzato da un maestro vetraio di Burano, da parte di un volontario del comitato della croce. Alla sera don Antonio ha incontrato la cittadinanza nella chiesa di Donada. Nella mattinata del 13 Giugno, la visita è proseguita al mercato ittico di Donada , con i pescatori e un imprenditore del territorio.
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