CORBOLA:ECCO DI SEGUITO LE OSSERVAZIONI LETTE DAL SINDACO MICHELE DOMENEGHETTI, DURANTE LA RIUNIONE DEL 27 GIUGNO IN BIBLIOTECA COMUNALE.LE STESSE SONO STATE LETTE DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 28 GIUGNO.
COMUNE DI CORBOLA
OGGETTO: D.Lgs.
03.04.2006 n. 152 (TUA) e L.R. 18.02.2016 n. 4: domanda di Valutazione di
Impatto Ambientale e contestuale Autorizzazione Integrata Ambientale per la
realizzazione di un nuovo allevamento avicolo in Via Spin a Corbola (RO) – Rif.
Pratica SUAP: FRGCRL80M54H620M – 03122017-2243 Prot. SUAP n. 67350/24-03-2018. Osservazioni in merito alla domanda di
V.I.A. ai sensi dell’art. 27-bis D.Lgs 152/2006.
Il
presente documento è frutto delle riunioni pubbliche organizzate dal Comune di
Corbola in data 23 maggio, 6, 19 e 27 giugno c. a. nell’ambito delle
consultazioni pubbliche previste dalla norma citata in oggetto.
In
coerenza con la normativa sopraccitata, con la finalità di proteggere e
preservare la salute della popolazione del territorio, contribuire al miglioramento
dell’ambiente e della conseguente qualità della vita, provvedere al
mantenimento delle risorse ambientali ed ecosistemiche (terra, acqua ed aria),
nonché alla preservazione dei beni e delle infrastrutture pubbliche esistenti in
una logica di sviluppo sostenibile, questo Ente, sottopone all’attenzione della
commissione V.I.A. provinciale le seguenti osservazioni:
1
- Viabilità: l’accesso
all’area di produzione è prevista dalla strada comunale di via Garzara per un
tratto di circa 1450 m e di via Spin per un tratto di circa 90 m. La
carreggiata non ha segnaletica orizzontale di mezzeria in quanto non ha una
larghezza minima sufficiente a garantire una corsia per ogni senso di marcia.
La larghezza prevalente non supera i 4 m. I primi 900 m di via Garzara
attraversano una zona abitata ad edificazione diffusa pertanto su entrambi i
lati si incontrano passi carrai privati ricavati dal tombinamento di fossi,
alternati a banchine cedevoli con relativa scolina. Il fondo stradale (nastro
di asfalto) insiste sul sedime del vecchio tracciato anticamente costipato e
battuto nel tempo con riporti non omogenei. La consistenza del rilevato stradale
pertanto non è stato strutturato per essere considerato idoneo a sopportare
carichi eccessivi. Lungo tutto il tratto inoltre sono alloggiate le reti di
infrastrutturazione urbana (adduttrice acqua potabile, rete gas). Attualmente
il tratto appare in buono stato in quanto è stato interessato recentemente da
lavori di rifacimento della tubazione gas con successivo ripristino del manto
mentre il tratto oltre via Spin presenta tratti di cedimento di metà della
carreggiata e smottamento della banchina. Il comune negli anni scorsi è dovuto
intervenire per lunghi tratti nel consolidamento di sponda del rilevato e
ripristinare le condizioni minime di esercizio.
Pertanto, dato lo stato di fatto
sopra esposto, si evidenzia la criticità nel far transitare mezzi con capacità superiore
alle 3,5 t con la frequenza costante media giornaliera dichiarata di 1,6
autotreni, tale stima non contempla i mezzi di trasporto per la costruzione
delle strutture previste (autobotti, trasporto inerti, trasporto delle
strutture in acciaio e dei vari materiali da costruzione). Tale criticità è
ancor più rafforzata quando nell’eventuale e realistico caso di incrocio di due
mezzi gli stessi saranno costretti a fuoriuscire dalla carreggiata ed
interessare la banchina cedevole.
Non solo, le esigue dimensioni e le
curve del tracciato impongono comunque la fuoriuscita dal nastro di asfalto
interessando inevitabilmente le banchine inerbate.
Pertanto questo ente, in accordo con
la cittadinanza intervenuta, ribadisce la non idoneità della viabilità pubblica
presente e prevede l’insorgere di problematiche e danni strutturali ai
manufatti ed alle reti in essi alloggiati, generando inevitabilmente spese a
carico della comunità.
Si chiedono opere di mitigazione volte
alla risoluzione delle problematiche evidenziate.
2
– Distanza da allevamenti suinicoli e bovini esistenti: La D.G.R.V. 856/2012 stabilisce le
distanze minime tra allevamenti avicoli, in relazione alla categoria, da
residenze, da centri abitati e da allevamenti intensivi esistenti (si veda
allegato 1). Nel caso in esame trattandosi di allevamento avicolo di categoria
3 dovrebbe mantenere una distanza di 1000 m da allevamenti di suini e 500 m da
allevamenti avicoli. Si pone in evidenza la presenza di una aziende agricola a
meno di 800 m ed una seconda azienda agricola a meno di 550 m aventi entrambe autorizzazione attiva
e tuttora in esercizio per allevamento intensivo di suini (si veda allegato 2).
3
– Architettura assetto aziendale: Attualmente
nell’area di progetto insistono due civici adibiti a civile abitazione ed una
azienda agricola con l’abitazione del conduttore e della propria famiglia, stalle,
capannoni ed annessi rustici. Nella relazione di progetto non viene specificato
in che modo l’azienda agricola proponente risolve la vicinanza dell’azienda
agricola confinante e le due abitazioni esistenti in quanto ricadenti ad una
distanza inferiore ai 150 m previsti dalla D.G.R.V. 856/2012.
4
– Contratto di soccida: nella
relazione di progetto viene dichiarata la realizzazione di un nuovo allevamento
avicolo in Comune di Corbola, destinato all’accrescimento di polli da carne
allevati a terra, in conduzione di soccida con il gruppo Veronesi (soccidante)
che fornisce i pulcini di un giorno di vita e il mangime necessario al loro
sviluppo e che, a fine ciclo di allevamento, ritira i polli e li trasporta al
macello.
Il contratto di soccida è un contratto
agrario
di tipo associativo relativo all'allevamento
del bestiame.
Deriva dalla abrogata forma di prestazione d’opera (mezzadria). A seconda del
tipo di soccida, il socio soccidante concede bestiame al soccidario che presta l'opera; costui
a titolo di pagamento condividerà gli utili delle
attività connesse. Il soccidante è direttore
d'impresa.
Ne consegue che colui che avrà la direzione dell’azienda e che potrà incidere
attivamente sulle scelte in merito alla conduzione del nuovo allevamento sarà
il gruppo Veronese. Almeno così viene inteso.
In tale assetto l’azienda proponente
si pone come prestatore d’opera (soccidario) su terreno non di proprietà e
condotta sotto la direzione del gruppo (soccidante) il quale farà confluire
mangimi e capi da ambiti separati e non connessi con le logiche aziendali della
ditta soccidaria eludendo la logica del piano aziendale, dello sviluppo di
attività strettamente connesse con le possibilità e potenzialità aziendali e del
principio di sostenibilità dei processi produttivi con il territorio di
accoglienza. Tale approccio si connota sempre più come impianto a carattere
industriale e mal si coniuga anche con i principi che sottendono all’accesso ai
finanziamenti del PSR e con la destinazione agricola del territorio.
Si chiede ad AVEPA un parere tecnico
sulla legittimità della struttura aziendale in relazione alla richiesta di
aiuti comunitari per lo sviluppo aziendale del PSR.
5
– Durata e validità dei contratti: con
il fine di preservare l’attività eventualmente insediabile si chiede di
vincolare i contratti di succida, affitto, concessione o altre forme di
contratto per la durata complessiva prevista dell’attività in modo da non
creare le condizioni per una modifica degli assetti autorizzati e degli accordi
raggiunti con la comunità locale.
Inoltre, dato il coinvolgimento
attivo del gruppo succidante nella figura del direttore d’azienda, si chiede,
nell’eventualità che tale progetto abbia un seguito, che esso venga contemplato
negli eventuali accordi stipulati con la comunità locale.
6
– Approvvigionamento di acqua potabile: Attualmente la zona di via Basson e via Spin è servita
da una adduttrice datata in acciaio (diam. 400 mm) in pessime condizioni e
percorre il rilevato stradale di via Garzara fino al serbatoio di via Spin. Dal
serbatoi in direzione di via Spin parte una distributrice in pvc di diam. 110
mm, mentre per servire via Basson parte una distributrice in pvc di diam. 63
mm. Ad oggi le portate permesse da queste tubazioni sono considerate già
insufficienti in quanto si riscontrano carenze di approvvigionamento nei
momenti di maggior richiesta. Pertanto, in relazione alla prevista ed eventuale
maggior necessità di acqua potabile dovuta ai cicli di produzione aziendali si
chiede all’ente competente Acquevenete Spa un parere tecnico in merito alla
idoneità della rete esistente e la garanzia di un sufficiente e normale apporto
presso le utenze domestiche a valle dell’azienda.
7
- Assetto idraulico ed idrogeologico: La
zona dove ricade l’intervento è stata interessata anni addietro da allagamenti
e ristagni di acqua meteorica dovuti alla non efficienza del sistema di scolo.
Tale rete privata di fossi e scoline, non opportunamente manutenuta, ha creato
non pochi problemi alle colture. Le recenti campagne di manutenzione, in
accordo tra pubblico e privato, hanno migliorato lo stato della rete nonostante
rimangano da rimuovere alcune criticità legate a tombinamenti non efficienti in
prossimità di passi carrai e passi di accesso ai fondi. Attualmente, tolta la
quota di acqua che viene assorbita e permea nei terreni coltivati, la rete si è
dimostrata al limite della sufficienza. Pertanto nel progetto, ferma restando
la dovuta rispondenza dell’invarianza idraulica prevista per legge, si chiede
che lo stabilimento venga dotato di vasche di prima pioggia capaci di
rallentare il normale deflusso verso la rete di scolo.
8
– Consumo Superficie Agricola Utilizzata: facendo
espresso richiamo alla Legge Regione Veneto n. 14/2017 in merito alle
disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della legge
regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in
materia di paesaggio", facendo riferimento alla classificazione
territoriale definita nel PTRC come “Aree ad elevata utilizzazione agricola” (art.
7 e 10 delle NTA), si chiede alla commissione V.I.A. la verifica del rispetto
dei principi sotto elencati in relazione al progetto presentato:
a) favorire il mantenimento e lo
sviluppo del settore agricolo anche attraverso la conservazione della continuità
e dell’estensione delle aree ad elevata utilizzazione agricola limitando la
penetrazione in tali aree di attività in contrasto con gli obiettivi di
conservazione delle attività agricole e del paesaggio agrario;
b) favorire la valorizzazione delle
aree ad elevata utilizzazione agricola attraverso la promozione della multifunzionalità
dell’agricoltura e il sostegno al mantenimento della rete infrastrutturale
territoriale locale, anche irrigua;
c) favorire la conservazione e il
miglioramento della biodiversità anche attraverso la diversificazione degli
ordinamenti produttivi e la realizzazione e il mantenimento di siepi e di
formazioni arboree, lineari o boscate, salvaguardando anche la continuità eco
sistemica;
d) garantire la compatibilità
dell’eventuale espansione della residenza anche attraverso l’esercizio non
conflittuale delle attività agricole e zootecniche;
e) limitare la trasformazione delle
zone agricole in zone con altra destinazione, con particolare riferimento ai
grandi impianti produttivi, al fine di garantire la conservazione e lo sviluppo
dell’agricoltura e della zootecnia, nonché il mantenimento delle diverse
componenti del paesaggio agrario in esse presenti;
f) garantire la sostenibilità dello
sviluppo economico del settore rurale attraverso processi di trasformazione del
territorio realizzati con il minor consumo possibile di suolo.
9
– Emissioni di sostanze: per
quanto concerne la produzione e l’emissione di sostanze nell’aria, acqua e
terreno, si chiede alla commissione V.I.A. di valutare non solo i dati medi, ma
i dati di picco di ogni sostanza ed il loro effetto considerando il mix
prodotto e se questi possono avere effetti sulla salute delle persone
(lavoratori compresi).
10
– Emissioni di polveri: per
quanto concerne la produzione e l’emissione di polveri sottili, si chiede alla
commissione V.I.A. di valutare se il metodo di abbattimento adottato è ritenuto
efficace, e si chiede di valutare l’istallazione di filtri ad acqua e/o
nebulizzatori per l’abbattimento costante delle polveri espulse da ogni singolo
capannone con relativo sistema di raccolta e scarico dell’acqua di lavaggio.
11
- Emissioni di polveri PM 2.5: si
chiede di fornire opportune delucidazioni in merito alla valutazione delle
polveri sottili PM 2.5 e delle misure per controllare e contenere tale
emissione.
12
- Produzione di pollina: A
seconda della tipologia di prodotto (pollo allo spiedo ecc) si prevedono cicli
della durata di 30-45 gg, nell’anno 12 cicli da 30 gg e 8 cicli da 45 gg. In
media possiamo considerare circa 10 cicli annui per 5 capannoni. In relazione
alla produzione di pollina prodotta da ogni ciclo moltiplicata per il n. di
cicli annui per i 5 capannoni, si chiede alla commissione V.I.A di valutare se
la quantità di pollina prodotta è compatibile con l’estensione aziendale del
proponente, e nello specifico, se la quantità di pollina prodotta viene tutta
stoccata per poi essere sparsa sui terreni nel periodo di concimazione, o se
viene rimossa periodicamente per essere conferita presso altre aziende
convenzionate.
13
– Presenza storica di allevamenti intensivi: si contesta categoricamente la dichiarazione riportata
nella relazione di progetto dove si asserisce che la zona ha profonde radici
storiche di allevamenti intensivi. In contrapposizione netta al riconoscimento
di zona “ad elevata utilizzazione agricola” sancita dagli strumenti urbanistici
regionali e locali.
Preme far presente che gli
allevamenti intensivi esistenti sul territorio di Corbola mantengono ancora una
dimensione aziendale limitata che permette loro, nel caso dei bovini e suini,
un equilibrio tra produzione di foraggio/sementi e smaltimento/spargimento del
letame/liquame prodotto.
Notevolmente diverso se non inesistente
il legame con la produzione agricola dei territori ospitanti degli innumerevoli
stabilimenti avicoli costruiti a ridosso dei confini del territorio del Comune
di Corbola. Come per lo stabilimento in oggetto, capi e mangimi non provengono
da produzione aziendale, il prodotto finito viene venduto e trasformato
altrove, mentre i residui di produzione (odori, polveri, pollina e sostanze
antibiotiche) rimangono sul territorio con conseguenze per la salute ancora non
quantificabili.
Sulla base di queste
considerazioni si chiede alla commissione V.I.A. una valutazione in merito ai
seguenti aspetti:
a)
Dato
il massiccio uso di antibiotici necessario al mantenimento del pollame, visti i
presunti residui di tali molecole non solo nelle carni ma anche nei terreni in
virtù dello spargimento della pollina stessa, si chiede una valutazione delle
conseguenze di tali sostanze sui terreni, sulle colture coltivate ed in
prospettiva le conseguenze sulla salute umana.
b)
Data
la presenza di numerosi allevamenti avicoli sul territorio circostante il Comune
di Corbola e dato che le conseguenze ambientali non rispettano i confini
amministrativi di insediamento ma ricadono inevitabilmente sui territori
vicini, si chiede di valutare se la concentrazione di carico procapite (animale
allevato/su abitante insediati) è ritenuto sopportabile.
14
– Ricadute economiche sul territorio: sulla
base della gestione aziendale già trattata al punto 3 e 4 e da quanto è stato
presentato nelle riunioni pubbliche, l’occupazione prevista di 3 unità se è
sufficiente per le dinamiche aziendali non è equilibrata in relazione alle
problematiche ambientali ed economiche che tale attività potrebbe creare. Anche
l’indotto risulta essere molto limitato, in quanto tutto proviene da apporti
esterni all’azienda (pollame vivo, mangime e prodotto finito). La stessa
azienda soccidaria come la soccidante genererà utili in altre realtà avendo
esse sedi legali presso altri Comuni. Diverso sarebbe se la stessa attività
fosse legata, almeno in buona percentuale, a dinamiche aziendali che traggano
le materie prime e servizi dal territorio stesso dove sono insediate.
15
– Deprezzamento terreni e fabbricati limitrofi: L’intervento proposto non ha
dimensioni trascurabili, ed impone, date le distanze da rispettare dallo
stesso, una non utilizzazione piena dei terreni limitrofi tale per cui
risulterebbe impossibile la costituzione di nuovi allevamenti (ad es. di suini)
per un raggio di 1 Km. Imporrebbe perciò alle aziende limitrofe esistenti la
limitazione nell’uso di stalle e stabulari o la limitazione nell’ampiamento
aziendale con il conseguente e prevedibile abbassamento dell’appetibilità e
quindi del prezzo di terreni e fabbricati. Tale deriva esporrebbe il territorio
verso la scomparsa progressiva della piccola/media proprietà contadina ed al
conseguente fenomeno del colonialismo latifondista ed il progressivo
spopolamento della campagna.
Il
presente documento viene posto alla votazione nel Consiglio Comunale del 28
giugno 2018 presso il Comune di Corbola con il fine di dare al Sindaco
proponente mandato di deposito presso la Commissione Provinciale V.I.A.
Le
presenti osservazioni ivi contenute saranno inoltre inviate alla Seconda e
Terza Commissione Consiliare Regionale del Veneto competenti in materie di
politiche del territorio, ambiente, difesa del suolo, turismo e politiche
agricole affinchè possano trarre suggerimento per le normative di nuova
elaborazione o per il miglioramento delle esistenti.
Nessun commento:
Posta un commento