giovedì 28 giugno 2018

CORBOLA:ECCO LE 15 OSSERVAZIONI PER DIRE NO ALL' ALLEVAMENTO DI POLLI


CORBOLA:ECCO DI SEGUITO LE OSSERVAZIONI LETTE  DAL SINDACO MICHELE DOMENEGHETTI, DURANTE LA RIUNIONE DEL 27 GIUGNO IN BIBLIOTECA COMUNALE.LE STESSE SONO STATE LETTE DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE  DEL 28 GIUGNO.





COMUNE DI CORBOLA



OGGETTO: D.Lgs. 03.04.2006 n. 152 (TUA) e L.R. 18.02.2016 n. 4: domanda di Valutazione di Impatto Ambientale e contestuale Autorizzazione Integrata Ambientale per la realizzazione di un nuovo allevamento avicolo in Via Spin a Corbola (RO) – Rif. Pratica SUAP: FRGCRL80M54H620M – 03122017-2243 Prot. SUAP n. 67350/24-03-2018. Osservazioni in merito alla domanda di V.I.A. ai sensi dell’art. 27-bis D.Lgs 152/2006.



Il presente documento è frutto delle riunioni pubbliche organizzate dal Comune di Corbola in data 23 maggio, 6, 19 e 27 giugno c. a. nell’ambito delle consultazioni pubbliche previste dalla norma citata in oggetto.

In coerenza con la normativa sopraccitata, con la finalità di proteggere e preservare la salute della popolazione del territorio, contribuire al miglioramento dell’ambiente e della conseguente qualità della vita, provvedere al mantenimento delle risorse ambientali ed ecosistemiche (terra, acqua ed aria), nonché alla preservazione dei beni e delle infrastrutture pubbliche esistenti in una logica di sviluppo sostenibile, questo Ente, sottopone all’attenzione della commissione V.I.A. provinciale le seguenti osservazioni:



1 - Viabilità: l’accesso all’area di produzione è prevista dalla strada comunale di via Garzara per un tratto di circa 1450 m e di via Spin per un tratto di circa 90 m. La carreggiata non ha segnaletica orizzontale di mezzeria in quanto non ha una larghezza minima sufficiente a garantire una corsia per ogni senso di marcia. La larghezza prevalente non supera i 4 m. I primi 900 m di via Garzara attraversano una zona abitata ad edificazione diffusa pertanto su entrambi i lati si incontrano passi carrai privati ricavati dal tombinamento di fossi, alternati a banchine cedevoli con relativa scolina. Il fondo stradale (nastro di asfalto) insiste sul sedime del vecchio tracciato anticamente costipato e battuto nel tempo con riporti non omogenei. La consistenza del rilevato stradale pertanto non è stato strutturato per essere considerato idoneo a sopportare carichi eccessivi. Lungo tutto il tratto inoltre sono alloggiate le reti di infrastrutturazione urbana (adduttrice acqua potabile, rete gas). Attualmente il tratto appare in buono stato in quanto è stato interessato recentemente da lavori di rifacimento della tubazione gas con successivo ripristino del manto mentre il tratto oltre via Spin presenta tratti di cedimento di metà della carreggiata e smottamento della banchina. Il comune negli anni scorsi è dovuto intervenire per lunghi tratti nel consolidamento di sponda del rilevato e ripristinare le condizioni minime di esercizio.

Pertanto, dato lo stato di fatto sopra esposto, si evidenzia la criticità nel far transitare mezzi con capacità superiore alle 3,5 t con la frequenza costante media giornaliera dichiarata di 1,6 autotreni, tale stima non contempla i mezzi di trasporto per la costruzione delle strutture previste (autobotti, trasporto inerti, trasporto delle strutture in acciaio e dei vari materiali da costruzione). Tale criticità è ancor più rafforzata quando nell’eventuale e realistico caso di incrocio di due mezzi gli stessi saranno costretti a fuoriuscire dalla carreggiata ed interessare la banchina cedevole.

Non solo, le esigue dimensioni e le curve del tracciato impongono comunque la fuoriuscita dal nastro di asfalto interessando inevitabilmente le banchine inerbate.

Pertanto questo ente, in accordo con la cittadinanza intervenuta, ribadisce la non idoneità della viabilità pubblica presente e prevede l’insorgere di problematiche e danni strutturali ai manufatti ed alle reti in essi alloggiati, generando inevitabilmente spese a carico della comunità.

Si chiedono opere di mitigazione volte alla risoluzione delle problematiche evidenziate.

2 – Distanza da allevamenti suinicoli e bovini esistenti: La D.G.R.V. 856/2012 stabilisce le distanze minime tra allevamenti avicoli, in relazione alla categoria, da residenze, da centri abitati e da allevamenti intensivi esistenti (si veda allegato 1). Nel caso in esame trattandosi di allevamento avicolo di categoria 3 dovrebbe mantenere una distanza di 1000 m da allevamenti di suini e 500 m da allevamenti avicoli. Si pone in evidenza la presenza di una aziende agricola a meno di 800 m ed una seconda azienda agricola a meno di 550 m aventi entrambe autorizzazione attiva e tuttora in esercizio per allevamento intensivo di suini (si veda allegato 2).

3 – Architettura assetto aziendale: Attualmente nell’area di progetto insistono due civici adibiti a civile abitazione ed una azienda agricola con l’abitazione del conduttore e della propria famiglia, stalle, capannoni ed annessi rustici. Nella relazione di progetto non viene specificato in che modo l’azienda agricola proponente risolve la vicinanza dell’azienda agricola confinante e le due abitazioni esistenti in quanto ricadenti ad una distanza inferiore ai 150 m previsti dalla D.G.R.V. 856/2012.

4 – Contratto di soccida: nella relazione di progetto viene dichiarata la realizzazione di un nuovo allevamento avicolo in Comune di Corbola, destinato all’accrescimento di polli da carne allevati a terra, in conduzione di soccida con il gruppo Veronesi (soccidante) che fornisce i pulcini di un giorno di vita e il mangime necessario al loro sviluppo e che, a fine ciclo di allevamento, ritira i polli e li trasporta al macello.

Il contratto di soccida è un contratto agrario di tipo associativo relativo all'allevamento del bestiame. Deriva dalla abrogata forma di prestazione d’opera (mezzadria). A seconda del tipo di soccida, il socio soccidante concede bestiame al soccidario che presta l'opera; costui a titolo di pagamento condividerà gli utili delle attività connesse. Il soccidante è direttore d'impresa. Ne consegue che colui che avrà la direzione dell’azienda e che potrà incidere attivamente sulle scelte in merito alla conduzione del nuovo allevamento sarà il gruppo Veronese. Almeno così viene inteso.

In tale assetto l’azienda proponente si pone come prestatore d’opera (soccidario) su terreno non di proprietà e condotta sotto la direzione del gruppo (soccidante) il quale farà confluire mangimi e capi da ambiti separati e non connessi con le logiche aziendali della ditta soccidaria eludendo la logica del piano aziendale, dello sviluppo di attività strettamente connesse con le possibilità e potenzialità aziendali e del principio di sostenibilità dei processi produttivi con il territorio di accoglienza. Tale approccio si connota sempre più come impianto a carattere industriale e mal si coniuga anche con i principi che sottendono all’accesso ai finanziamenti del PSR e con la destinazione agricola del territorio.

Si chiede ad AVEPA un parere tecnico sulla legittimità della struttura aziendale in relazione alla richiesta di aiuti comunitari per lo sviluppo aziendale del PSR.

5 – Durata e validità dei contratti: con il fine di preservare l’attività eventualmente insediabile si chiede di vincolare i contratti di succida, affitto, concessione o altre forme di contratto per la durata complessiva prevista dell’attività in modo da non creare le condizioni per una modifica degli assetti autorizzati e degli accordi raggiunti con la comunità locale.

                 Inoltre, dato il coinvolgimento attivo del gruppo succidante nella figura del direttore d’azienda, si chiede, nell’eventualità che tale progetto abbia un seguito, che esso venga contemplato negli eventuali accordi stipulati con la comunità locale.

6 – Approvvigionamento di acqua potabile: Attualmente la zona di via Basson e via Spin è servita da una adduttrice datata in acciaio (diam. 400 mm) in pessime condizioni e percorre il rilevato stradale di via Garzara fino al serbatoio di via Spin. Dal serbatoi in direzione di via Spin parte una distributrice in pvc di diam. 110 mm, mentre per servire via Basson parte una distributrice in pvc di diam. 63 mm. Ad oggi le portate permesse da queste tubazioni sono considerate già insufficienti in quanto si riscontrano carenze di approvvigionamento nei momenti di maggior richiesta. Pertanto, in relazione alla prevista ed eventuale maggior necessità di acqua potabile dovuta ai cicli di produzione aziendali si chiede all’ente competente Acquevenete Spa un parere tecnico in merito alla idoneità della rete esistente e la garanzia di un sufficiente e normale apporto presso le utenze domestiche a valle dell’azienda.

7 - Assetto idraulico ed idrogeologico: La zona dove ricade l’intervento è stata interessata anni addietro da allagamenti e ristagni di acqua meteorica dovuti alla non efficienza del sistema di scolo. Tale rete privata di fossi e scoline, non opportunamente manutenuta, ha creato non pochi problemi alle colture. Le recenti campagne di manutenzione, in accordo tra pubblico e privato, hanno migliorato lo stato della rete nonostante rimangano da rimuovere alcune criticità legate a tombinamenti non efficienti in prossimità di passi carrai e passi di accesso ai fondi. Attualmente, tolta la quota di acqua che viene assorbita e permea nei terreni coltivati, la rete si è dimostrata al limite della sufficienza. Pertanto nel progetto, ferma restando la dovuta rispondenza dell’invarianza idraulica prevista per legge, si chiede che lo stabilimento venga dotato di vasche di prima pioggia capaci di rallentare il normale deflusso verso la rete di scolo.

8 – Consumo Superficie Agricola Utilizzata: facendo espresso richiamo alla Legge Regione Veneto n. 14/2017 in merito alle disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", facendo riferimento alla classificazione territoriale definita nel PTRC come “Aree ad elevata utilizzazione agricola” (art. 7 e 10 delle NTA), si chiede alla commissione V.I.A. la verifica del rispetto dei principi sotto elencati in relazione al progetto presentato:

a) favorire il mantenimento e lo sviluppo del settore agricolo anche attraverso la conservazione della continuità e dell’estensione delle aree ad elevata utilizzazione agricola limitando la penetrazione in tali aree di attività in contrasto con gli obiettivi di conservazione delle attività agricole e del paesaggio agrario;

b) favorire la valorizzazione delle aree ad elevata utilizzazione agricola attraverso la promozione della multifunzionalità dell’agricoltura e il sostegno al mantenimento della rete infrastrutturale territoriale locale, anche irrigua;

c) favorire la conservazione e il miglioramento della biodiversità anche attraverso la diversificazione degli ordinamenti produttivi e la realizzazione e il mantenimento di siepi e di formazioni arboree, lineari o boscate, salvaguardando anche la continuità eco sistemica;

d) garantire la compatibilità dell’eventuale espansione della residenza anche attraverso l’esercizio non conflittuale delle attività agricole e zootecniche;

e) limitare la trasformazione delle zone agricole in zone con altra destinazione, con particolare riferimento ai grandi impianti produttivi, al fine di garantire la conservazione e lo sviluppo dell’agricoltura e della zootecnia, nonché il mantenimento delle diverse componenti del paesaggio agrario in esse presenti;

f) garantire la sostenibilità dello sviluppo economico del settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo possibile di suolo.

9 – Emissioni di sostanze: per quanto concerne la produzione e l’emissione di sostanze nell’aria, acqua e terreno, si chiede alla commissione V.I.A. di valutare non solo i dati medi, ma i dati di picco di ogni sostanza ed il loro effetto considerando il mix prodotto e se questi possono avere effetti sulla salute delle persone (lavoratori compresi). 

10 – Emissioni di polveri: per quanto concerne la produzione e l’emissione di polveri sottili, si chiede alla commissione V.I.A. di valutare se il metodo di abbattimento adottato è ritenuto efficace, e si chiede di valutare l’istallazione di filtri ad acqua e/o nebulizzatori per l’abbattimento costante delle polveri espulse da ogni singolo capannone con relativo sistema di raccolta e scarico dell’acqua di lavaggio.

11 - Emissioni di polveri PM 2.5: si chiede di fornire opportune delucidazioni in merito alla valutazione delle polveri sottili PM 2.5 e delle misure per controllare e contenere tale emissione.

12 - Produzione di pollina: A seconda della tipologia di prodotto (pollo allo spiedo ecc) si prevedono cicli della durata di 30-45 gg, nell’anno 12 cicli da 30 gg e 8 cicli da 45 gg. In media possiamo considerare circa 10 cicli annui per 5 capannoni. In relazione alla produzione di pollina prodotta da ogni ciclo moltiplicata per il n. di cicli annui per i 5 capannoni, si chiede alla commissione V.I.A di valutare se la quantità di pollina prodotta è compatibile con l’estensione aziendale del proponente, e nello specifico, se la quantità di pollina prodotta viene tutta stoccata per poi essere sparsa sui terreni nel periodo di concimazione, o se viene rimossa periodicamente per essere conferita presso altre aziende convenzionate. 



13 – Presenza storica di allevamenti intensivi: si contesta categoricamente la dichiarazione riportata nella relazione di progetto dove si asserisce che la zona ha profonde radici storiche di allevamenti intensivi. In contrapposizione netta al riconoscimento di zona “ad elevata utilizzazione agricola” sancita dagli strumenti urbanistici regionali e locali.

Preme far presente che gli allevamenti intensivi esistenti sul territorio di Corbola mantengono ancora una dimensione aziendale limitata che permette loro, nel caso dei bovini e suini, un equilibrio tra produzione di foraggio/sementi e smaltimento/spargimento del letame/liquame prodotto.

                 Notevolmente diverso se non inesistente il legame con la produzione agricola dei territori ospitanti degli innumerevoli stabilimenti avicoli costruiti a ridosso dei confini del territorio del Comune di Corbola. Come per lo stabilimento in oggetto, capi e mangimi non provengono da produzione aziendale, il prodotto finito viene venduto e trasformato altrove, mentre i residui di produzione (odori, polveri, pollina e sostanze antibiotiche) rimangono sul territorio con conseguenze per la salute ancora non quantificabili. 

                 Sulla base di queste considerazioni si chiede alla commissione V.I.A. una valutazione in merito ai seguenti aspetti:

a)   Dato il massiccio uso di antibiotici necessario al mantenimento del pollame, visti i presunti residui di tali molecole non solo nelle carni ma anche nei terreni in virtù dello spargimento della pollina stessa, si chiede una valutazione delle conseguenze di tali sostanze sui terreni, sulle colture coltivate ed in prospettiva le conseguenze sulla salute umana.



b)   Data la presenza di numerosi allevamenti avicoli sul territorio circostante il Comune di Corbola e dato che le conseguenze ambientali non rispettano i confini amministrativi di insediamento ma ricadono inevitabilmente sui territori vicini, si chiede di valutare se la concentrazione di carico procapite (animale allevato/su abitante insediati) è ritenuto sopportabile. 



14 – Ricadute economiche sul territorio: sulla base della gestione aziendale già trattata al punto 3 e 4 e da quanto è stato presentato nelle riunioni pubbliche, l’occupazione prevista di 3 unità se è sufficiente per le dinamiche aziendali non è equilibrata in relazione alle problematiche ambientali ed economiche che tale attività potrebbe creare. Anche l’indotto risulta essere molto limitato, in quanto tutto proviene da apporti esterni all’azienda (pollame vivo, mangime e prodotto finito). La stessa azienda soccidaria come la soccidante genererà utili in altre realtà avendo esse sedi legali presso altri Comuni. Diverso sarebbe se la stessa attività fosse legata, almeno in buona percentuale, a dinamiche aziendali che traggano le materie prime e servizi dal territorio stesso dove sono insediate.

15 – Deprezzamento terreni e fabbricati limitrofi: L’intervento proposto non ha dimensioni trascurabili, ed impone, date le distanze da rispettare dallo stesso, una non utilizzazione piena dei terreni limitrofi tale per cui risulterebbe impossibile la costituzione di nuovi allevamenti (ad es. di suini) per un raggio di 1 Km. Imporrebbe perciò alle aziende limitrofe esistenti la limitazione nell’uso di stalle e stabulari o la limitazione nell’ampiamento aziendale con il conseguente e prevedibile abbassamento dell’appetibilità e quindi del prezzo di terreni e fabbricati. Tale deriva esporrebbe il territorio verso la scomparsa progressiva della piccola/media proprietà contadina ed al conseguente fenomeno del colonialismo latifondista ed il progressivo spopolamento della campagna.



Il presente documento viene posto alla votazione nel Consiglio Comunale del 28 giugno 2018 presso il Comune di Corbola con il fine di dare al Sindaco proponente mandato di deposito presso la Commissione Provinciale V.I.A.

Le presenti osservazioni ivi contenute saranno inoltre inviate alla Seconda e Terza Commissione Consiliare Regionale del Veneto competenti in materie di politiche del territorio, ambiente, difesa del suolo, turismo e politiche agricole affinchè possano trarre suggerimento per le normative di nuova elaborazione o per il miglioramento delle esistenti.   





                                         







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