ADRIA (RO) - Dopo aver letto sulla stampa le esternazioni dell'attuale Presidente della Provincia in carica, Marco Trombini, e del Sindaco di Adria Massimo Barbujani, e dei presunti costi iperbolici di bonifica "sparati" da diversi giornali senza che nessuna stima ufficiale li abbia mai determinati, il Movimento 5 Stelle di Adria si schiera a fianco del Comitato Cà Emo Nostra e dei cittadini che rappresenta: basta !!! non ci stiamo più a farci prendere per i fondelli!!!
Con l'uso dello strumento dell'esagerazione delle cifre, quasi ad incutere paura, del più classico stile di distrazione di massa, si distoglie l'attenzione pubblica dalla questione principale dell'affare "COIMPO”: l'individuazione, a livello di funzionari provinciali, delle responsabilità per il rilascio alle società coinvolte (COIMPO e Agribiofert) di autorizzazioni alla gestione dei rifiuti, senza il necessario controllo delle garanzie finanziarie presentate dalle stesse nel lontano dicembre 2013.
Per anni la sfortunata Frazione di Cà Emo si è respirata miasmi mefitici, senza che nessuna Amministrazione muovesse un dito per impedirlo.
Le numerose e insistenti denunce di notti e giornate irrespirabili finivano in un nulla assordante, finché quei gas, in una concentrazione letale, uccisero quattro lavoratori dell'impianto COIMPO nella tragica mattina del 22.09.2014.
Solo allora i riflettori furono puntati sulla Frazione di Cà Emo e sul problema COIMPO.
Ma evidentemente per la Provincia quel tragico evento, e del processo penale che si andava profilando anche per reati ambientali, non bastarono per diventare più cauta nella valutazione della posizione autorizzatorio-amministrativa dell'impianto.
Anziché far confezionare "dossier", il Presidente della Provincia Marco Trombini risponda alle seguenti semplici domande poste dal Comitato:
1) Perché il 12.12.2013 la Provincia rilasciò a COIMPO e AGRIBIOFERT le rispettive autorizzazioni accettando, quali garanzie finanziarie, polizze fidejussorie stipulate con Fideas s.p.a, che due mesi prima fu cancellata dall'albo degli intermediari finanziari con Decreto della Banca d'Italia del 09.10.2013?
2) Perché dopo i tragici eventi del 22.09.2014 e le note di ARPAV e del Corpo Forestale che documentavano la violazione degli atti autorizzatori in capo a COIMPO e Agribiofert (silos che contenevano materiali diversi da quelli previsti nell'atto autorizzatorio, violazioni dell'autorizzazione alle emissioni in possesso di Agribiofert, mancata separazione tra le due ditte ecc..) la Provincia non ha mai verificato la validità e l'esigibilità delle polizze fidejussorie, da escludere proprio in virtù delle plurime violazioni delle autorizzazioni rilasciate?
3) Perché, nonostante il mancato adempimento, per tutto il 2015, delle diverse diffide spiccate nei confronti di COIMPO e Agribiofert, la Provincia non ha pensato di escutere le polizze fidejussorie, ma ha, invece, proceduto, all'annullamento delle stesse diffide e dalla concessione di autorizzazioni provvisorie ed eccezionali?
4) Perché nel corso del 2015 nessuno in Provincia attivò nei confronti di COIMPO e Agribiofert il controllo delle garanzie finanziarie prestate, imposto dall'Allegato A alla D.G.R. Veneto n.2721 del 29.12.2014?
5) Perché, una volta trascorsi i tempi delle autorizzazioni provvisorie ed eccezionali concesse a COIMPO, senza che questa avesse svuotato il silos che doveva svuotare, la Provincia nemmeno in quest'ultima occasione ha pensato di escutere le polizze fidejussorie e di verificarne l'esigibilità?
6) Perché solo dopo la nota datata 02.05.2017 della neo-costituita società Demetra Fert, che parlava di "oggettiva difficoltà di procedure all'escussione delle garanzie fidejussorie a suo tempo prestate da COIMPO e Agribiofert", la Provincia scopriva l'inesigibilità delle polizze fidejussorie per il fallimento della società Fideas Finanziaria spa avvenuto nel giugno2014?
La risposta a queste domande, rivolte anche alla Magistratura ed alla Commissione d'Inchiesta sul traffico illecito dei rifiuti, permetterà di individuare chi dovrà economicamente rispondere della bonifica del sito COIMPO in solido con i gestori dell'impianto.
Dunque, altro che tavolo tecnico con i rappresentanti di COIMPO; il Sindaco di Adria ed il Presidente della Provincia si preoccupino di individuare i responsabili di questa vicenda e di chiedere loro i danni.
Difendano, inoltre, i propri provvedimenti di fronte al TAR Veneto, depositando tutta la documentazione che inchioda COIMPO alle proprie responsabilità.
Non si pensi neanche lontanamente, dalle parti di Palazzo Celio e di Palazzo Tassoni, con l'ennesima trovata del "Salvatore della patria" senza capitale sociale e con polizze fidejussorie di società bulgara in deficit patrimoniale targato "Demetra Fert", di favorire la ripresa dell'attività di un impianto privo di garanzie finanziarie, in possesso di autorizzazioni da rideterminare, privo di adeguati presidi ambientali ed attenzionato da più Procure della Repubblica per reati ambientali.
Arrivati a questo punto chiediamo al Presidente della Provincia che chi ha sbagliato e non ha vigilato nella dovuta maniera, nel suo ruolo istituzionale, deve prendersi le proprie responsabilità , così come chi ha inquinato e danneggiato l'ambiente deve pagare !!!
Non devono essere i cittadini, ancora una volta, a pagare per quelli che, adesso, se ne lavano le mani “!!!
NOI VIGILEREMO PER QUESTO!
Nessun commento:
Posta un commento